Che cos'è la depressione sorridente?

Quando pensiamo alla depressione, immaginiamo una persona triste e sofferente. Ma cosa succede se la sofferenza viene nascosta da un'esuberante felicità, da una vita apparentemente perfetta?
Che cos'è la depressione sorridente?
Laura Ruiz Mitjana

Scritto e verificato la psicóloga Laura Ruiz Mitjana.

Ultimo aggiornamento: 25 aprile, 2021

Quando pensiamo alla depressione, immaginiamo una persona molto triste, senza energia, che piange spesso e sostiene di non volere più vivere. In realtà ogni disturbo depressivo è un mondo a sé: ne esistono più forme e una di queste è la depressione sorridente.

Con questo termine ci riferiamo a quelle persone che soffrono di depressione ma che agli occhi del mondo stanno molto bene. Questo può far pensare, ad esempio, all’aumento dei casi di suicidio di tanti giovani influencer, youtuber… (persone che vivono della loro immagine pubblica), con un’apparente vita “perfetta”.

Dietro tutte queste “manifestazioni” di esuberante felicità, si può nascondere un caso di depressione sorridente. Ecco perché in questi casi bisogna stare attenti ad altri sintomi più sottili; soprattutto esplorare e approfondire lo stato d’animo della persona, osservando molto e tenendosi a sua disposizione. Cos’altro sappiamo di questo tipo di depressione?

Che cos’è la depressione sorridente?

Non sempre la persona depressa appare triste, come nel caso della depressione sorridente.
Le persone con depressione sorridente possono provare profonda tristezza ma fingere felicità e allegria.

Le persone con questa condizione sperimentano una profonda sofferenza che viene nascosta agli occhi degli altri. Così, la loro vita può sembrare soddisfacente, e “di fronte al pubblico” tutto è perfetto. Tuttavia, nel loro mondo interiore soffrono degli stessi sintomi di altre persone con disturbo depressivo.

Essere allegri non significa necessariamente essere felici, talvolta si ha voglia di ridere e scherzare per non sentire che dentro si ha voglia di piangere.

-Jim Morrison-

Sono persone a cui chiedi: “Come stai?”, e dicono “molto bene”. Lo fanno non solo con estranei, ma con tutte le persone che le circondano (persone care, partner, colleghi, ecc.).

In altre parole, non è che non vogliano condividere con voi in particolare le loro emozioni, le nascondono a tutti i costi e sempre.

Diagnosi “non ufficiale”

A livello ufficiale, la depressione sorridente non è riconosciuta come un sottotipo di depressione o come una categoria indipendente nel DSM-5 (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali). Tuttavia, possiamo parlare di disturbo depressivo in quanto tale, ma con caratteristiche atipiche.

Sintomi di depressione sorridente

Per tutto il resto, la depressione sorridente corrisponde a qualsiasi altro tipo di depressione, nel senso che i sintomi del disturbo sono gli stessi del disturbo depressivo. Parliamo di sintomi come: umore basso o perdita di interesse o del piacere nei confronti delle cose. Questi sintomi sono essenziali, ma possono essere accompagnati da altri come:

  • Mancanza di energia.
  • Demotivazione generalizzata.
  • Affaticamento.
  • Profonda tristezza.
  • Senso di colpa, di inutilità, ecc.
  • Pensieri negativi ricorrenti.
  • Disperazione (credere che nulla cambierà).
  • Irritabilità.
  • Aumento o diminuzione del peso o dell’appetito.
  • Bassa autostima

Cosa succede nella depressione sorridente? Come si manifestano questi sintomi? La persona può sperimentarne molti (o anche tutti) ma nasconderli dall’esterno. In pubblico “va tutto bene” ma dentro, la persona soffre davvero.

Conseguenze psicologiche

Il fatto di nascondere i sintomi depressivi e non mostrare all’esterno il malumore apparendo normale può avere importanti effetti psicologici. Perché? Perché il fatto di reprimere le emozioni finisce per avere un impatto sulla nostra psiche e sul nostro sistema emotivo.

Così, la repressione delle emozioni e il continuo “fingere che tutto vada bene” possono generare altri sintomi oltre alla depressione stessa, come: disturbi gastrointestinali, ansia, attacchi di panico, incubi, malessere e altri sintomi somatici.

Questa “pressione” può finire per essere estenuante, facendo soffrire il corpo nel suo complesso.

Come riconoscere la depressione sorridente ?

Agli occhi del mondo, chi soffre di depressione sorridente appare come una persona attiva. Spesso ha un lavoro stabile, una vita sociale e familiare soddisfacente e piena, è in salute, allegra, ottimista e felice.

Oltre ai tipici sintomi depressivi come tristezza e perdita di interesse per le cose, nella depressione sorridente sono presenti sintomi come :

  • Sensazione di pesantezza e stanchezza alle braccia e alle gambe.
  • Aumento dell’appetito
  • Tendenza a dormire troppo (e sentirsi ugualmente assonnato).
  • Irritabilità o attacchi di rabbia.
  • Suscettibilità alle critiche e al rifiuto.

Cosa prova una persona che soffre di depressione sorridente?

Alcune delle sensazioni che si possono sperimentare sono:

  • la convinzione che mostrare sintomi depressivi sia un segno di debolezza.
  • La sensazione di non soffrire affatto di depressione (che tutto “vada bene”).
  • L’idea che gli altri possano stare peggio o che il mondo starebbe meglio senza di lui / lei.

Molte volte sono persone abituate a reprimere le emozioni. Spesso si sentono in colpa per il fatto di sentirsi tristi o sentono di non “avere il diritto” di esserlo. Non danno spazio alla tristezza o ad altre emozioni associate alla depressione, come rabbia, irritabilità, ecc.

Rischio di suicidio

Chi soffre di depressione può sentire il desiderio di togliersi la vita (o potrebbe tentarlo più volte). Nella depressione sorridente accade la stessa cosa; sono quindi casi ancora più complessi, perché spesso più difficili da diagnosticare.

Se, inoltre, la persona non va in terapia e non racconta cosa sta succedendo (o non lo dice ai propri cari), il rischio di suicidio si moltiplica, perché in questi casi sarà difficile prevenirlo.

Nella depressione comune, è usuale avvertire un forte calo di energia. Questa perdita di energia, unita alla mancanza di motivazione o all’apatia, può rendere veramente difficile alzarsi dal letto.

Ma nel caso della depressione sorridente, i livelli di energia potrebbero non essere alterati; in questo senso nessuno può “accorgersene” (sebbene il sintomo possa comparire quando la persona è sola). Questo vale anche per gli altri sintomi, compreso il desiderio di morire.

Trattamento

La depressione sorridente richiede una terapia.
La consulenza psicologica o psichiatrica è essenziale per il trattamento di questa condizione.

Il trattamento della depressione sorridente comprende sia con un approccio psicologico che medico. Nei casi più gravi, si consiglia un trattamento multidisciplinare che includa questi due aspetti.

A livello medico, vengono spesso utilizzati farmaci psicotropi come gli antidepressivi. A livello psicologico, la terapia consigliata sarà quella utilizzata per la depressione; le terapie più efficaci fino ad oggi sono le seguenti:

  • Terapia cognitivo-comportamentale: con tecniche come la ristrutturazione cognitiva (il cui obiettivo è modificare i pensieri disfunzionali in pensieri più adattivi).
  • Terapia comportamentale: con tecniche come la programmazione di attività piacevoli, ad esempio, o l’attivazione comportamentale.

Nel caso più specifico della depressione sorridente, sarà essenziale riconoscere le emozioni del paziente e portarle alla luce. In questo senso, sarà molto importante lavorare sulla tendenza alla repressione, oltre a capire perché il paziente ha raggiunto questa situazione.

Analizzare le cause del disturbo ci aiuterà a capire meglio la persona, e soprattutto a lavorarci sopra.

Una condizione difficile da intuire ma pericolosa

La depressione sorridente potrebbe colpire noi stessi o le persone della nostra cerchia sociale o familiare. È importante sapere come riconoscere i segni, se si vuole dare aiuto (che può essere anche un semplice abbraccio o l’ascolto).



  • American Psychiatric Association –APA- (2014). DSM-5. Manual diagnóstico y estadístico de los trastornos mentales. Madrid: Panamericana.
  • Caballo (2002). Manual para el tratamiento cognitivo-conductual de los trastornos psicológicos. Vol. 1 y 2. Madrid. Siglo XXI.
  • Morgado, I. (2007). Emociones e inteligencia social: las claves para una alianza entre los sentimientos y la razón. Barcelona: Editorial Ariel.

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