Le 7 età dell'appetito

In condizioni normali, l'appetito è in gran parte condizionato dal fabbisogno energetico e nutritivo. Questa sensazione non è altro che un indicatore: il corpo ha bisogno di determinate sostanze per poter svolgere le sue funzioni in modo normale.
Le 7 età dell'appetito
Saúl Sánchez

Scritto e verificato el nutricionista Saúl Sánchez.

Ultimo aggiornamento: 18 aprile, 2021

Il meccanismo dell’appetito è molto complesso. Non è legato a un singolo stimolo, ma è determinato da una serie di fattori. Inoltre, varia con il passare degli anni, essendo più intenso in alcune fasi della vita e meno in altre.

Va notato che, in condizioni normali, l’appetito è in gran parte condizionato dal fabbisogno energetico e nutritivo. Questa sensazione non è altro che un indicatore: il corpo ha bisogno di determinate sostanze per poter svolgere le sue funzioni in modo normale.

Le età dell’appetito

L'appetito degli adulti è diverso dall'appetito dei bambini
Con l’età cambiano le caratteristiche dell’appetito.

Vediamo come evolve la sensazione di appetito nel corso degli anni e quali sono i bisogni nutrizionali in ciascuna di queste fasi.

Prima fase, fino a 10 anni

Durante l’infanzia il corpo va incontro ad una rapida crescita. Organi e tessuti si sviluppano, e la loro funzionalità via via migliora. Inoltre tutte le abitudini alimentari che si acquisiscono durante questa fase possono condizionare lo stato di salute in età adulta. Impostare una corretta alimentazione già da bambini è quindi fondamentale.

In generale, l’appetito si autoregola in modo ottimale durante l’infanzia, a meno che non vi siano disturbi ormonali sottostanti.

Identificarli richiede una diagnosi accurata e una serie di test complementari. In questi casi si dovrà ricorrere, molto probabilmente, a un trattamento farmacologico. In questo modo è possibile garantire un buon sviluppo e prevenire problemi di salute a medio termine.

Va tenuto presente che durante l’infanzia è fondamentale assumere proteine e grassi nelle quantità necessarie. Le proteine sono responsabili della costruzione dei tessuti: sono essenziali ad una piena crescita.

Secondo uno studio pubblicato sulla rivista Annals of Nutrition & Metabolism , si consiglia di non scendere al di sotto di 1,5 grammi di proteine / chilogrammo di peso corporeo al giorno nei bambini sotto i 10 anni di età.

Inoltre, in questa fase è fondamentale promuovere altre buone abitudini di vita, come la pratica regolare dell’attività fisica. L’esercizio contribuisce alla corretta crescita e allo sviluppo degli organi. Previene inoltre lo sviluppo di malattie croniche in età adulta.

Dai 10 ai 20 anni

In questa fase della vita il corpo completa la crescita; quindi è ancora ottimale fornire proteine in quantità elevate per evitare problemi di sviluppo. Allo stesso tempo, anche l’assunzione di acidi grassi sarà fondamentale per regolare i meccanismi ormonali.

Tra questi, una menzione speciale va fatta agli omega 3, poiché hanno dimostrato di essere in grado di ridurre l’infiammazione sistemica, migliorando così la salute. D’altra parte, sarà importante introdurre regolarmente le verdure e pianificare una dieta più varia possibile.

In questo momento è normale avvertire un aumento dell’appetito rispetto alla fase precedente. Questo perché anche l’attività fisica aumenta. Anche quella intellettuale, con un maggior carico di lavoro a livello scolastico, aumento che implica un notevole fabbisogno energetico.

Naturalmente, è importante garantire il mantenimento dell’equilibrio energetico per evitare situazioni di sovrappeso.

Inoltre, l’energia deve essere ottenuta soprattutto da alimenti naturali. Ciò significa che, per quanto possibile, gli ultra-processi industriali devono essere limitati. In effetti, il consumo regolare di questi prodotti è un’abitudine dura da sradicare nell’alimentazione negli adolescenti di oggi.

Questi alimenti hanno però, a loro sfavore,  zuccheri semplici e acidi grassi di tipo trans in grado di influire negativamente sullo stato di salute. Ciò è dimostrato da una ricerca pubblicata sulla rivista Diabetes & Metabolic Syndrome.

La priorità va sempre data a verdure, pesce, carne, latticini e uova.

Dai 20 ai 30 anni

In questo periodo avvengono diversi cambiamenti nelle abitudini di vita. Spesso inizia la fase lavorativa e, purtroppo, l’attività fisica si riduce.

In questo senso, è importante rendere i giovani consapevoli dell’importanza di continuare a fare esercizio regolarmente per tutta la vita.

Comunque sia, l’appetito tende a calare, poiché le richieste di energia sono ridotte da una minore attività. È fondamentale adattare l’apporto energetico al dispendio, in modo da non favorire un aumento di depositi di grasso nel corpo.

Va ricordato che sia il sovrappeso che l’obesità sono in grado di aumentare il rischio di ammalarsi, secondo uno studio pubblicato su Circulation Research.

In questa fase, può essere utile ridurre l’assunzione di carboidrati, nutrienti che hanno una funzione fondamentalmente energetica. Se l’attività fisica viene ridotta, le richieste da parte del corpo vengono ridotte. Per questo è utile seguire una dieta dove i protagonisti siano proteine e lipidi.

Questa strategia può aiutare a prevenire lo sviluppo di alcune patologie complesse in futuro. Tra questi possiamo evidenziare quelli di tipo cardiovascolare e i tumori.

Tuttavia, si deve tener conto che il fabbisogno di zuccheri dipende sempre dall’attività svolta. Se questa non viene ridotta, non c’è motivo di limitare la presenza di carboidrati nella dieta.

Dai 30 ai 40 anni

In questo momento, l’essere umano è sempre più  suscettibile a sviluppare fenomeni di stress e ansia, a causa degli impegni familiari e di lavoro. Inoltre, molti iniziano a sviluppare problemi di salute come conseguenza di comportamenti poco sani degli anni precedenti.

L’appetito può subire alti e bassi, poiché è condizionato, tra l’altro, dallo stato d’animo.

Va tenuto presente che situazioni stressanti possono indurre alcune persone mangiare più del dovuto. In questi casi, il consumo di fibre deve essere prioritario, poiché questa sostanza è in grado di aumentare il senso di sazietà.

Può anche essere utile bere un bicchiere d’acqua prima dei pasti, come evidenziato da una ricerca pubblicata sulla rivista Clinical Nutrition Research.

Allo stesso modo, resta una priorità assicurarsi un elevato apporto di verdure, per ottenere quotidianamente gli antiossidanti necessari. Si può anche prendere in considerazione l‘integrazione, se necessario, con alcuni nutrienti essenziali in grado di fornire un valore aggiunto, come omega 3, magnesio o anche vitamina D.

Tuttavia, il consumo di questi prodotti deve essere consigliato e controllato da un professionista.

Dai 40 ai 50 anni

In questo momento, la quantità di massa muscolare nel corpo e i livelli di forza iniziano a diminuire se non si segue uno stile di vita attivo. Per evitare questa situazione è necessario aumentare il consumo di proteine. Va ricordato che una perdita di tessuto magro è correlata a un peggiore stato di salute.

Allo stesso tempo, in questa fase può esserci una notevole riduzione dell’appetito, poiché le richieste energetiche sono molto inferiori a quelle stabilite nei periodi precedenti.

La situazione più consigliabile è che la diminuzione dell’apporto energetico derivi da una limitazione dei carboidrati, poiché proteine e grassi sono ancora importanti in questo momento.

In ogni caso, in questa fase occorre evitare le diete troppo ferree per favorire la perdita di peso. Le diete “miracolose” possono avere conseguenze molto negative a medio termine. Alterano la capacità metabolica del corpo e portano a deficit di nutrienti essenziali.

Dai 50 ai 60 anni

Con il passare degli anni si assiste a un calo dell'appetito
L’appetito verso i 50-60 anni tende ad andare incontro a un calo.

In questa fase gli ormoni subiscono drastiche alterazioni in termini di produzione, soprattutto quelli di natura sessuale. Ciò porta a cambiamenti significativi nei livelli di appetito e nelle sensazioni provate durante il giorno.

Anche l’appetito e il piacere del cibo variano. Ad esempio, spesso si tende a ridurre il consumo di carne rossa perché vi si trova un sapore metallico sgradevole.

Tuttavia, e nonostante il fatto che la dieta debba essere adattata ai gusti dell’individuo, è fondamentale continuare a mantenere un adeguato apporto proteico. In caso contrario la perdita di massa muscolare farà passi da gigante, il che è considerato negativo.

Allo stesso tempo, va notato che verso i 50 anni comincia ad alterarsi il sonno. Questo perché si riduce in modo notevole la produzione di melatonina nella ghiandola pineale. Per questo motivo, un’integrazione può essere molto utile per compensare il deficit.

Mentre la melatonina può avere un impatto positivo sulla salute in quasi fase della vita, dopo i 50 anni è fondamentale.

Dai 60 anni in poi

Una volta superati i 60 anni, la quantità di cibo che si deve mangiare si riduce notevolmente, insieme all’appetito. Pertanto, è necessario optare per alimenti che presentino un’elevata densità nutritiva, al fine di evitare deficit importanti.

In questa fase possono verificarsi anche problemi di deglutizione e masticazione, quindi tante volte è necessario apportare adattamenti nella dieta. L’obiettivo è facilitare il consumo di cibo per soddisfare il fabbisogno calorico.

Secondo gli esperti, ridurre i carboidrati al minimo potrebbe essere utile in questo momento, anche se non tutti tollerano bene questi cambiamenti. La cosa migliore è adattarsi alle esigenze individuali. Può essere importante valutare la necessità di integratori, che andranno regolati in base alla situazione personale.

L’appetito e le esigenze nutrizionali cambiano nel corso degli anni

Come abbiamo visto, sia i bisogni nutrizionali che lo stimolo dell’appetito variano nel tempo. Il segreto è sapersi adattare ai cambiamenti per godere di buona salute. In questo modo si riduce notevolmente anche il rischio di ammalarsi.



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