Come viene diagnosticata la pressione bassa?
Secondo il sito Harvard Health Publishing, si ritiene che una persona soffra di ipotensione o pressione bassa quando i suoi valori scendono di 20 mmHg per l’intervallo sistolico e di 10 mmHg per l’intervallo diastolico.
Questo ovviamente dipende dal contesto, poiché l’American Heart Association ci ricorda che la pressione è considerata troppo bassa solo in presenza di sintomi. Poiché questi non compaiono sempre, fare una diagnosi di pressione bassa richiede diversi esami.
Un brusco calo della pressione provoca sintomi diversi rispetto alla sua controparte, l’ipertensione; è molto importante risalire alle cause, escludere possibili diagnosi differenziali e avviare un trattamento personalizzato. Oggi vi spieghiamo come viene diagnosticata la pressione bassa, attraverso esami di laboratorio ed esami diagnostici per immagini.
Esami e metodi per la diagnosi della pressione bassa
Per diagnosticare la pressione bassa, il medico per prima cosa farà un’anamnesi dettagliata; inoltre misurerà la pressione sanguigna e la frequenza cardiaca in varie condizioni (in posizione eretta e supina).
Questo è il punto di partenza, da qui si decideranno gli eventuali esami complementari. Vediamo quale protocollo si segue e quali esami vengono prescritti nella diagnosi per l’ipotensione.
Anamnesi
L’anamnesi è la raccolta di informazioni basate sulla cartella clinica e le risposte del paziente.
Il medico valuterà eventuali patologie presenti, la possibile appartenenza ad una categoria a rischio e l’assunzione di farmaci; inoltre, le caratteristiche o i sintomi che si avvertono durante il calo pressorio (ad esempio, se si verifica dopo aver mangiato, dopo aver fatto sport o quando da seduti ci si alza in piedi).
Misurazione della pressione
La misurazione si esegue in silenzio, in una stanza con temperatura tra i 20 e i 24 gradi, dopo che il paziente si è riposato per 5 minuti e si è cercato di creare un’atmosfera tranquilla. Il medico procederà a misurare la pressione a intervalli di 60-180 secondi. L’ideale è misurarla nella posizione eretta e da seduti.
La variazione dei livelli pressori dovuta a cambiamento nella posizione è nota come ipotensione ortostatica. In alcuni casi la misurazione viene eseguita 20 minuti dopo aver assunto del cibo. L’ipotensione postprandiale si verifica dopo aver mangiato, quindi è un modo pratico per diagnosticarla.
Test sotto stress
A discrezione dello specialista, si possono anche eseguire esami per la diagnosi di ipotensione in situazioni di stress. Ad esempio, si può eseguire una valutazione sotto sforzo, con bruschi cambi di posizione o di temperatura, o attraverso farmaci che aumentano il battito cardiaco.
Analisi del sangue
Gli studi indicano che una fase importante nella diagnosi dell’ipotensione è escludere condizioni che possono favorirla, come diabete, anemia, carenze vitaminiche, malattie neurodegenerative e altro ancora. Alcune possono essere individuate attraverso un esame del sangue, quindi esami di questo tipo verranno prescritti in modo complementare.
Manovra di Valsalva
È una tecnica che consiste in un’espirazione a bocca chiusa. In determinate condizioni, la pressione può andare incontro ad allontanamento dai valori standard. In questo caso, si cercheranno cali improvvisi durante o al termine del test. Di solito un’instabilità della pressione nel corso di questa manovra è legata a disturbi del sistema nervoso autonomo.
Tilt test
Se nel corso della valutazione clinica lo specialista non ha trovato una causa precisa del calo pressorio, allora può ricorrere alla tecnica del tilt test. Consiste nell’adagiare il paziente su un apposito lettino che può passare dalla posizione verticale a orizzontale in pochi secondi.
Nel corso del test vengono rilevati e interpretati i valori pressori. Può avvenire che durante il test il paziente svenga se la variazione di posizione porta alla sincope.
Elettrocardiogramma
Viene utilizzato per rilevare anomalie cardiache, ad esempio, irregolarità del ritmo cardiaco o della sua struttura.
Esami di diagnostica per immagini nella diagnosi di pressione bassa
Poiché sono innumerevoli le condizioni che possono causare ipotensione, il medico può ricorrere alla diagnostica per immagini per scartare le più comuni. Con l’ecocardiogramma si ottengono immagini dettagliate del cuore attraverso onde sonore ad alta frequenza. L’esame permette di valutare le condizioni del muscolo cardiaco, le sue camere, la sua efficienza di pompaggio e le dimensioni, tra le altre cose.
Diagnosi differenziale della pressione bassa
Durante la diagnosi, lo specialista escluderà anche malattie o condizioni che possono essere confuse con i sintomi dell’ipotensione. Statisticamente le più comuni sono:
- Anemia.
- Aritmie cardiache.
- Insufficienza cardiaca congestizia.
- Infarto miocardico.
- Miocardite.
- Pericardite
- Cardiopatia valvolare.
- Insufficienza venosa.
- Diabete insipido.
- Insufficienza surrenalica.
- Disidratazione,
- Ipotiroidismo.
- Consumo di droghe.
- Gravidanza.
Anche i disturbi d’ansia o gli attacchi di panico possono causare sintomi molto simili all’ipotensione. Se opportuno, verranno eseguiti ulteriori test per escludere queste e altre condizioni.
Una volta determinata la diagnosi di ipotensione può essere impostata la terapia. Questa è mirata a curare la condizione sottostante e sarà accompagnata da piccoli cambiamenti nello stile di vita.
Il trattamento può anche essere integrato con l’assunzione di farmaci, l’uso di calze compressive e un aumento del consumo di sodio nella dieta. In ogni caso, viene deciso in modo personalizzato, sulla base dei risultati dei test.
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