Riabilitazione cognitiva: in che cosa consiste?

Esiste un'ampia gamma di programmi di riabilitazione cognitiva a seconda del tipo di deficit. Il percorso può richiedere un certo impegno, ma in genere è possibile ottenere miglioramenti.
Riabilitazione cognitiva: in che cosa consiste?
Leticia Aguilar Iborra

Scritto e verificato la psicóloga Leticia Aguilar Iborra.

Ultimo aggiornamento: 23 maggio, 2021

La riabilitazione cognitiva è un nuovo campo. Si riferisce ai metodi utilizzati per compensare o migliorare i deficit cognitivi che si verificano in conseguenza di alcune alterazioni prodotte da lesioni cerebrali o malattie che impediscono un funzionamento cognitivo ottimale.

In questo senso, la riabilitazione cognitiva non solo offre miglioramenti a livello cerebrale e quindi prestazionale. Permette di ottenere anche miglioramenti in area sociale, familiare, personale e scolastica. L’importanza della riabilitazione cognitiva è notevole, poiché in molti casi, da essa dipende un aumento della qualità della vita.

Che cos’è la riabilitazione cognitiva?

Riabilitazione cognitiva in psicoterapia
L’utenza che può beneficiare della riabilitazione cognitiva è ampia e diversificata.

La riabilitazione cognitiva è intesa come l’insieme di procedure e tecniche il cui obiettivo primario è quello di ottenere miglioramenti sia nelle prestazioni cognitive della persona, sia in altre aree di interesse dell’individuo (sociale, familiare e lavorativo).

Lo scopo che si propone questo tipo di terapia è fornire un certo grado di autonomia al paziente e migliorarne la qualità della vita.

Esistono diverse tecniche di riabilitazione cognitiva, talvolta correlate. In alcuni casi, infatti, il programma abbraccia più di una modalità, facendo confluire percorsi e strategie.

Meccanismi di stimolazione

  • Recupero: viene utilizzato quando la perdita delle prestazioni riguarda un’area specifica ed è parziale. Vengono di solito proposti esercizi di ripetizione per migliorare la performance nella vita reale. Un esempio di applicazione sono i deficit di memoria.
  • Compensazione: si cerca di stimolare l’uso di meccanismi compensativi, quando l’area interessata non può più essere recuperata. In questo caso l’obiettivo è potenziare le abilità che si sono preservate.
  • Sostituzione: si insegna al paziente a utilizzare una serie di strumenti o strategie che aiutano a ridurre al minimo le difficoltà causate dal deficit. Si ricorre ad appoggi esterni come il calendario, le fotografie, l’orologio, la sveglia, ecc.)
  • Attivazione-stimolazione: le strategie di attivazione vengono utilizzate per liberare le aree bloccate mediante uso di farmaci psicotropi, modifica del comportamento o strategie di ripetizione a fronte di uno stimolo specifico.
  • Integrazione: mira a migliorare l’attività mentale in modo globale. Si cerca di eliminare le interferenze nell’elaborazione delle informazioni lavorando in modo olistico.

Altre modalità

Oltre ai punti precedenti, la riabilitazione cognitiva utilizza anche le seguenti modalità:

  • Chirurgia: sostituzione del tessuto cerebrale danneggiato. Viene applicato nel trattamento di malattie degenerative come il morbo di Parkinson o la corea di Huntington.
  • Psicofarmacologia: ricorre a farmaci che migliorano le funzioni cognitive correggendo gli squilibri chimici. In alcuni casi, prevede una rieducazione alimentare, dal momento che alcune malattie sono correlate alla malnutrizione, come il morbo di Alzheimer in stadio avanzato.
  • Miglioramento di altre aree importanti della vita dell’individuo: lo stile di vita agisce in modo importante. È necessario indirizzare il paziente alle buone abitudini e ad una corretta gestione della salute emotiva e sociale.

A chi è rivolto?

Riabilitazione cognitiva su paziente anziana.
Le persone che soffrono di  malattie neurodegenerative possono certamente beneficiare di questo metodo.

L’utenza che può beneficiare della riabilitazione cognitiva è ampia e diversificata. È tuttavia vero che ogni persona è diversa e occorre quindi adattare la riabilitazione alle esigenze specifiche.

In generale, i benefici che si ottengono con la riabilitazione cognitiva sono miglioramenti nella memoria, attenzione, livello di elaborazione e velocità di reazione agli stimoli, risoluzione dei problemi, ecc. Pertanto, la stimolazione cognitiva è solitamente indirizzata a:

  • Persone con danno cerebrale acquisito o congenito.
  • Malattie neurodegenerative: malattia di Alzheimer, morbo di Parkinson, sclerosi multipla, demenza a corpi di Lewy, demenza frontotemporale, ecc.
  • Disturbi mentali o disturbi dell’umore: depressione cronica, disturbo bipolare, ecc.
  • Disturbi dello sviluppo neurologico: disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD), autismo, ecc.

Prima di iniziare una riabilitazione cognitiva: fattori da considerare

Come abbiamo detto, la riabilitazione cognitiva deve essere individualizzata e adattata alle specifiche esigenze del paziente.

Ad esempio, le persone con danno cerebrale acquisito costituiscono un gruppo molto eterogeneo. La stessa origine della lesione può variare, da fattori esterni (ad esempio un colpo ricevuto sulla testa) a processi interni (emorragie cerebrali, ischemie, ecc.).

Andrà inoltre tenuto conto del livello di consapevolezza del danno, controllando che i comportamenti del paziente siano in linea con il percorso riabilitativo.

Un ruolo importante è occupato dai familiari. In questo senso, non è solo compito del terapista fornire degli input o esercizi che potranno essere trasportati nella vita reale; è fondamentale il sostegno dei familiari se si vogliono stabilizzare le nuove abilità acquisite.

La riabilitazione non è, infatti, solo focalizzata sul miglioramento dei deficit, ma deve anche produrre cambiamenti nella sfera sociale, affinché migliori la capacità di adattamento e la qualità della vita.

Tecniche di apprendimento specializzate

In generale, la maggior parte dei programmi di riabilitazione prevede l’acquisizione di nuove informazioni attraverso esercizi di stimolazione cognitiva. Le tecniche che si sono dimostrate più efficaci nelle persone con danni cerebrali sono:

  • Tecniche di apprendimento diretto: permettono di rafforzare le abilità di base. Tra le strategie utilizzate troviamo la suddivisione di attività complesse in sotto-attività più semplici da svolgere, esercizi che aiutano a collegare i nuovi dati appresi alle esperienze precedenti, l’utilizzo del feedback del terapeuta, ecc.
  • Apprendimento senza errori: è una tecnica di apprendimento diretto che si è dimostrata efficace nei pazienti con gravi deficit di memoria. Consiste nell’offrire al soggetto una risposta corretta finché non riesca a consolidare questa nuova informazione. Un esempio è l’associazione di nomi a volti, l’avvio di sequenze di comportamenti, ecc.
  • Apprendimento procedurale: le persone con gravi deficit di memoria beneficiano di questo approccio basato sulla ripetizione, sebbene richieda un po’ di tempo.

Riabilitazione cognitiva: una strada complessa ma utile

Esiste un’ampia gamma di programmi di riabilitazione cognitiva a seconda del tipo di deficit. Il percorso può richiedere un certo impegno, ma in genere è possibile ottenere miglioramenti.

I benefici funzionali sono evidenti, ma non bisogna trascurare la sfera emotiva, familiare e sociale del paziente.

L’obiettivo di questo trattamento, quindi, va oltre la patologia e si estende alla capacità di interagire con il mondo reale.



  • Ginarte-Arias, Y. (2002) Rehabilitación cognitiva: aspectos teóricos y metodológicos, Revista de Neurología 34(9), 870 – 876

  • Mateer, C.A. (2003). Introducción a la rehabilitación cognitiva, Avances en Psicología Clínica Latinoamericana, 21, 11 – 20.


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