Crollo psicotico, in che cosa consiste?

Una rottura psicotica implica una rottura con la realtà, uno scompenso. Scopri di più su questo fenomeno attraverso il nostro articolo.
Crollo psicotico, in che cosa consiste?
Laura Ruiz Mitjana

Scritto e verificato la psicóloga Laura Ruiz Mitjana.

Ultimo aggiornamento: 20 aprile, 2021

Cos’è il crollo psicotico? Si potrebbe dire, in senso lato, che chi non soffre di un disturbo mentale di tipo psicotico vive la realtà in un continuum; vale a dire ha un buon contatto con la realtà e riesce a distinguere ciò che è reale da ciò che non lo è.

Ma cosa avviene nelle persone con disturbo psicotico? O in chi è esposto a situazioni molto traumatiche o stressanti? Che il suo continuum di realtà potrebbe interrompersi: in questo caso si parla di crollo psicotico.

Durante un episodio di questo tipo, avviene una rottura con la realtà, ossia, la persona perde il contatto con essa; non sa più cosa sia reale e cosa non lo è. In questo contesto compaiono allucinazioni, deliri, agitazione o comportamento violento.

Gli esperti lo chiamano “scompenso”, ma cosa comporta? Esistono campanelli di allarme che ci permettono di individuarlo in modo tempestivo? In quali disturbi è più frequente questa condizione? Vi diciamo tutto in questo articolo.

Cos’è il crollo psicotico?

Il crollo psicotico può essere difficile da controllare
Il crollo psicotico è una condizione spesso associata ad alcuni disturbi psicotici, come la schizofrenia.

Il crollo psicotico è una rottura temporanea dalla realtà, cioè una perdita di contatto con essa. Ciò significa che durante questo episodio, non si riesce a distinguere se ciò che sta accadendo sia reale o meno.

In questo contesto è possibile che si sviluppino forti pensieri paranoici che possono trasformarsi in delirio e allucinazioni di diverso tipo.

In genere il crollo psicotico richiede un trattamento farmacologico tempestivo, oltre che un aiuto psicologico, per che il soggetto metta a rischio la propria vita o delle persone che le stanno accanto. Inoltre, è durante la crisi che i farmaci antipsicotici sono più efficaci (non prima e non dopo).

Uno stato tipico di alcuni disturbi o situazioni

È uno stato spesso associato ad alcuni disturbi psicotici, come la schizofrenia, il disturbo schizofreniforme o il disturbo psicotico breve. Tuttavia, si può verificare anche in situazioni di estremo isolamento in soggetti che non soffrono di alcun disturbo psicotico.

In questo senso, situazioni traumatiche o molto stressanti possono fare da detonatore.

Si ritiene, inoltre, che esista una certa predisposizione genetica a subirle; se determinati fattori ambientali vengono aggiunti ad una vulnerabilità individuale (ad esempio, i fattori di stress già menzionati), la comparsa di una crisi psicotica è più probabile.

Crollo psicotico: campanelli d’allarme

Alcuni segni possono indicare l’imminente comparsa di un crollo psicotico (questo è ciò che chiamiamo “segno prodromico”, nella fase prodromica della schizofrenia, come vedremo più avanti). Quali sono i campanelli d’allarme?

  • La persona inizia a isolarsi.
  • Si notano cambiamenti nelle abitudini, ad esempio nel comportamento o nel modo di vestire (può smettere di lavarsi, per esempio).
  • Inizia a mostrare comportamenti disorganizzati, stravaganti, insoliti, ecc.
  • Manifesta idee strane che sembrano non avere nesso logico o relazione con la realtà.

Crollo psicotico e schizofrenia

Nella schizofrenia, il crollo psicotico è frequente; quando avviene, si dice di solito che il paziente è scompensato o, usando un termine popolare, che “ha sbroccato”.

Pertanto, un evento di questo tipo fa parte dei sintomi positivi della schizofrenia e di solito include allucinazioni e deliri. Ricordiamo, di passaggio, i tre sintomi tipici della schizofrenia:

  • Positivi: implicano la comparsa di un fenomeno e includono allucinazioni, delirio, pensieri disorganizzati, ecc.
  • Negativi: implicano la “disattivazione” di alcune aree compreso un appiattimento affettivo, l’assenza di comunicazione, la disconnessione con l’ambiente, ecc.
  • Cognitivi: calo dell’attenzione e della memoria, funzioni esecutive compromesse, pensiero lento, ecc.

D’altra parte, per la diagnosi di schizofrenia, secondo il DSM-5 (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali), devono comparire almeno due dei seguenti sintomi:

  • Deliri.
  • Allucinazioni.
  • Linguaggio disorganizzato.
  • Comportamento catatonico o molto disorganizzato.
  • Sintomi negativi.

Le persone con schizofrenia – che è una malattia cronica – possono andare in contro a diverse crisi nel corso della loro vita, sebbene con un adeguato monitoraggio psichiatrico e psicologico è possibile prevenirle.

Fasi della schizofrenia

La schizofrenia ha un decorso abbastanza differenziato; tuttavia, per capire meglio l’evoluzione di questo disturbo, è possibile suddividerlo in quattro fasi. Dove si collocherebbe il crollo psicotico in questa successione? Distinguiamo:

  • Fase premorbosa: in questa fase il paziente non mostra sintomi di schizofrenia e il comportamento è normale.
  • Fase prodromica: in questa fase compaiono i primi prodromi, cioè segni della malattia, anche se non sintomi esatti; pertanto, è possibile notare un leggero cambiamento nelle abitudini, un’alterazione dell’umore, un comportamento bizzarro, ecc.
  • Fase attiva: è in questa tappa che compare lo scoppio psicotico, cioè, il paziente è scompensato. In questa fase, gli antipsicotici sono molto efficaci.
  • Fase residua: è la fase che segue la crisi. Si divide in due momenti: recupero iniziale (quando avviene una remissione parziale dei sintomi) e fase di recupero tardiva (quando la persona riassume un comportamento normale).

Crollo psicotico in altri disturbi

Il crollo psicotico richiede un aiuto psicoterapeutico.
La terapia psicologica, insieme al supporto farmacologico, è necessaria per un miglioramento dei sintomi.

Il crollo psicotico può comparire anche in altri disturbi dello spettro psicotico. Questo è il caso del disturbo schizoaffettivo, del disturbo delirante, del disturbo psicotico breve e del disturbo psicotico condiviso.

Disturbo schizoaffettivo

È classificato come tale nel DSM-5 ed è caratterizzato da un periodo ininterrotto di malattia durante il quale si verifica un episodio depressivo maggiore (compreso umore depresso) o un episodio maniacale, insieme ai sintomi del criterio A della schizofrenia (comparsa di deliri, allucinazioni, ecc.).

Come possiamo vedere, qui i sintomi dei disturbi dell’umore sono combinati con sintomi psicotici.

Disturbo delirante

Anche le persone con disturbo delirante, un altro disturbo dello spettro psicotico, possono andare incontro a un crollo di tipo psicotico.

Secondo il manuale DSM-5, nel disturbo delirante, per essere diagnosticato come tale deve, il soggetto deve manifestare uno o più deliri con una durata di 1 mese o più.

Come abbiamo visto, i deliri fanno parte dei sintomi positivi dei disturbi dello spettro psicotico; quindi manifestare un delirio in modo improvviso può innescare un crollo psicotico.

Disturbo psicotico breve

Il disturbo psicotico breve è, come dice il nome, di breve durata; da un giorno ad un periodo massimo di un mese. Al termine, la persona ritorna al suo livello di attività premorbosa (cioè ritorna alle normali funzioni). Implica la presenza di almeno uno dei seguenti sintomi:

  • Deliri.
  • Allucinazioni.
  • Linguaggio disorganizzato.
  • Comportamento molto disorganizzato o catatonico.

Quando una soggetto manifesta un crollo psicotico della durata di almeno 1 giorno, si può già diagnosticare un disturbo psicotico breve.

Naturalmente, i sintomi non possono essere ricondotti a un altro problema di fondo (ad esempio depressione, disturbo bipolare con sintomi psicotici, schizofrenia, ecc.) o ad effetti provocati da un farmaco o una condizione patologica.

Disturbo psicotico condiviso

Questa sindrome (chiamata anche folie a deux ) implica una condivisione di sintomi psicotici tra due persone. Vale a dire, è presente un soggetto “dominante”, che di solito ha una diagnosi di schizofrenia o depressione, che “trasferisce” i suoi deliri a un’altra persona “sottomessa” (che è il soggetto affetto da disturbo psicotico condiviso).

Questa diagnosi è stata rimossa nell’ultima versione del DSM (DSM-5), ma alcuni autori ne affermano ancora l’esistenza. In questo caso, le due persone potrebbero manifestare un crollo psicotico attraverso il delirio.

Il crollo psicotico: una situazione complessa ed eterogenea

Come abbiamo visto, questo tipo di alterazione può essere legato a un’ampia varietà di disturbi. Sono peculiari e talvolta difficili da identificare.

Per evitare un aggravamento dei sintomi e lo sviluppo di comportamenti aggressivi che potrebbero mettere a rischio la vita del soggetto o di altre persone, è necessaria una terapia tempestiva,  psicologica e psichiatrica.




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