Cybercondria: l'ipocondria digitale

Cos'è la cybercondria, la nuova ipocondria adattata all'era digitale? Questa condizione genera un'ansia e una preoccupazione costante che non si risolve mai del tutto nella ricerca sul web.
Cybercondria: l'ipocondria digitale
Leticia Aguilar Iborra

Scritto e verificato la psicóloga Leticia Aguilar Iborra.

Ultimo aggiornamento: 15 maggio, 2023

La paura di soffrire di una malattia mortale è un normale motivo di preoccupazione nelle persone. In alcuni casi, questo può accadere eccessivamente. I comportamenti della cybercondria sono simili all’ipocondria, quest’ultima adattandosi all’era digitale.

È allora che le abitudini incentrate sulla riduzione del disagio e la ricerca della sicurezza sono ancorate a fonti di informazioni digitali, come i motori di ricerca di Internet. Non tutti i database sono affidabili. Inoltre, la gamma di diagnostica disponibile sulle reti è molto più ampia.

Uno degli esempi chiari è digitare “mal di testa” in un motore di ricerca. È probabile che alcune delle cause che lo giustificano vadano da motivi di affaticamento e stanchezza a un tumore al cervello, destando maggiore preoccupazione. Di conseguenza, la persona è intrappolata in una costante ricerca come metodo per alleviare la sua preoccupazione.

Cos’è la cybercondria?

Quasi tutti, a un certo punto, hanno cercato su Internet i propri disturbi per trovare il motivo per cui si verificano. Oggi, la maggior parte della popolazione nei paesi sviluppati ha accesso al web.

Tuttavia, pur essendo una grande risorsa come strumento di lavoro, oltre ai vantaggi che le nuove tecnologie e l’accesso a Internet possono fornire, comporta anche dei rischi. Uno di questi è la cybercondria.

Si potrebbe dire che la cybercondria è un aggiornamento dell’ipocondria. Quest’ultimo è caratterizzato da un’eccessiva preoccupazione legata allo stato di salute. Questa preoccupazione si trasforma nella sensazione di essere convinto di soffrire di qualche grave malattia.

Per alleviare queste preoccupazioni, la persona con un’eccessiva preoccupazione per la propria salute tende a effettuare incessanti ricerche sui sintomi e sulla loro spiegazione, al fine di corroborare una diagnosi. Tra questi comportamenti ci sono le visite ai medici e l’esecuzione di test complementari.

Con l’avvento delle nuove tecnologie aumenta la ricerca di spiegazioni che diano sicurezza o sollievo. Uno dei motivi discussi è la sua grande accessibilità. Questo aumenta la probabilità che la persona si rivolga a questo tipo di strumento ogni volta che esalta un motivo di preoccupazione.

Di fronte a qualsiasi problema relativo alla salute, le persone con cybercondria di solito cercano in Internet su varie pagine, avendo una grande accessibilità a fonti di informazioni illimitate. Il problema è che ci sono fonti di informazione che promuovono un’autodiagnosi o che alludono a rimedi naturali o prescrizioni prive di fondamento.

La donna esegue la ricerca sul suo telefono.
L’accessibilità a Internet si è moltiplicata, il che favorisce ricerche costanti ovunque.

Conseguenze della cybercondria

Non c’è dubbio che la cybercondria può causare maggiori preoccupazioni a una persona. Ciò porta a uno stato di ansia costante, che si spiega con la grande disponibilità di informazioni su Internet.

Le informazioni possono essere estese, in alcuni casi tecniche e incomprensibili per la persona, portando a uno stato di incertezza maggiore rispetto a prima. In questo modo, i livelli di ansia e angoscia causati dalle informazioni ottenute dai motori di ricerca Internet facilitano la ricerca da parte della persona.

Questo modo di confermare che le informazioni ottenute si trovano in altre fonti di informazione aumenta la loro preoccupazione e angoscia. Pertanto, lo stato di ansia è costante, raggiungendo in alcuni casi forme ossessive.

A volte le informazioni ottenute possono essere rassicuranti per la persona. Tuttavia, questo non dura a lungo, aumentando la paura di avere una malattia grave. In questo modo, inizia un’altra ricerca per corroborare le cause dei sintomi e contrastare con altre fonti, a volte ignorando la veridicità.

Può essere correlato alle risorse economiche?

Un’altra delle conseguenze della cybercondria è il modo di voler controllare la sensazione di insicurezza che si ottiene con questo tipo di ricerca. In alcuni casi, le persone possono richiedere test diagnostici che non sono necessari e possono essere costosi.

Esistono applicazioni per smartphone che valutano i sintomi che affliggono la persona senza una totale attendibilità nei risultati. In alcuni casi, questo tipo di applicazioni sono gratuite, essendo le persone con poche risorse i potenziali utenti quando le utilizzano, sostituendo le visite mediche.

Come evitare di effettuare ricerche su Internet?

Non c’è dubbio che sia necessario avvalorare le cause con un medico specialista. In ogni caso, se i sintomi continuano a essere motivo di preoccupazione e i livelli di ansia e angoscia impediscono una vita piena, anche l’assistenza di uno psicologo è importante per affrontare questo problema.

Assistenza medica e ricerche in fonti attendibili

Se i sintomi continuano a destare preoccupazione nel tempo, è importante controllarli con l’aiuto di un medico specialista e con esami medici. Inoltre, valutare l’attendibilità delle fonti informative significa evitare i blog personali.

Al contrario, i dati più accurati si trovano nelle fonti informative basate sul rigore scientifico, frutto della ricerca. Le pagine ufficiali della medicina ne sono un chiaro esempio.

cybercondria
La ricerca non si ferma mai alla cybercondria, portando a un circolo vizioso di ansia e preoccupazione.

Evita il sovraccarico di informazioni e considera di iniziare un trattamento psicologico

La sovrainformazione è più confusa della sottoinformazione. Gli strumenti di Internet sono un’arma a doppio taglio. A sua volta, l’esecuzione dell’autodiagnosi online genera maggiore incertezza. Il fatto di avere un’etichetta diagnostica senza certezze da parte di uno specialista aumenta la sensazione di mancanza di controllo e ansia.

Con quest’ultimo, va considerata la necessità di un trattamento psicologico se il problema genera disagio quotidiano. L’ansia, i pensieri ossessivi sulla malattia e la paura delle conseguenze di una grave patologia possono essere curati da uno psicologo. L’ approccio cognitivo-comportamentale è stata una delle opzioni più sperimentate.



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