Disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD)
Il disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD) è caratterizzato da comportamenti socialmente disturbanti. Compare prima dei sette anni, dura almeno 6 mesi e porta il bambino a essere straordinariamente attivo con momenti di concentrazione più ridotti.
Tipi di ADHD
Si riconoscono tre tipi di disturbo da deficit di attenzione e iperattività:
- ADHD di tipo iperattivo-impulsivo: è caratterizzato da un’elevata attività comportamentale. Il bambino non riesce a stare fermo, si concentra per periodi molto brevi, si distrae molto facilmente, è impulsivo e ha una totale mancanza di autocontrollo. In genere, questi bambini tendono a essere rifiutati socialmente e sono inclini a incidenti e comportamenti autolesionistici.
- ADHD con disattenzione predominante: è caratterizzato da distrazione, incapacità di mantenere l’attenzione, scarsa attenzione ai dettagli e difficoltà a completare le attività. Questi bambini sono di solito descritti come: pigri, sognatori, ansiosi e timidi.
- Variante combinata: è probabilmente la forma più comune del disturbo. In questo caso sono soddisfatti i criteri di iperattività e disattenzione.
ADHD: il rischio di una sovradiagnosi
Un aspetto da notare è che questo disturbo può essere facilmente confuso con altre psicopatologie o disturbi comportamentali. Può capitare che il bambino mostri irrequietezza o tendenza a distrarsi nello svolgere i compiti o altre attività. Tuttavia, secondo l’American Psychiatry Association (2000), il segno più caratteristico dell’ADHD è uno schema di iperattività e disattenzione in molteplici aspetti della vita.
Attualmente, l’ADHD è il disturbo più diagnosticato in età scolare. Pertanto, è necessario richiamare l’attenzione sul rischio di una sovradiagnosi, se non viene eseguita una valutazione psicologica completa.
Sono numerosi i problemi comportamentali e scolastici legati a questo disturbo. In effetti, questi bambini hanno spesso prestazioni e voti scarsi e maggiori difficoltà in situazioni e attività non strutturate che richiedono un’attenzione prolungata.
Cause
Il deficit di attenzione e iperattività è un disturbo neurocomportamentale complesso e multicausale. Le origini vanno da fattori genetici, ambientali e psicologici.
ADHD e sistema nervoso centrale (SNC)
Secondo Spencer et al. 2007, una serie di meccanismi potrebbero non funzionare correttamente nel cervello delle persone con ADHD:
- È possibile che vi sia un’alterazione nella corteccia prefrontale dorsolaterale che influenza i processi di organizzazione e pianificazione del comportamento, nonché l’attenzione sostenuta.
- Gli studi di neuroimaging mostrano che i soggetti con ADHD presentano un assottigliamento nella corteccia prefrontale, nel cervelletto e in alcune strutture sottocorticali.
- È stato ipotizzato che una quantità inadeguata di dopamina alteri il sistema nervoso centrale (SNC), causando l’ADHD.
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ADHD e altri fattori biologici
In un altro ordine di fattori, sembra che l’ADHD mostri un alto grado di ereditarietà. Inoltre, sono state ipotizzate altre situazioni che predispongono all’ADHD:
- Avvelenamento da piombo.
- Esposizione ad alcol e tabacco.
- Basso peso alla nascita.
- Mancanza di ossigeno durante il travaglio.
- Sindrome feto alcolica.
- Additivi alimentari o coloranti.
Fattori psicologici e ambientali
Sebbene i fattori biologici siano spesso enfatizzati quando si affronta l’eziologia dell’ADHD, anche i fattori psicologici e ambientali sono strettamente correlati allo sviluppo della condizione. Ad essa partecipa la somma di fattori avversi come:
- Gravi disaccordi coniugali.
- Stato sociale basso.
- Famiglia numerosa.
- Conflitti familiari.
- Psicopatologia materna.
- Criminalità.
- Prevalenza del disturbo mentale in famiglia.
- Situazioni ambientali molto impegnative e stressanti.
- Esclusione sociale.
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Trattamento per l’ADHD
Negli ultimi decenni, è stato utilizzato soprattutto il trattamento psicofarmacologico. I farmaci che si sono dimostrati più efficaci sono gli stimolanti come il Ritalin. Tuttavia, sempre più ricercatori rivolgono l’attenzione alle dinamiche familiari e alle difficoltà psicosociali del bambino.
Attualmente, la terapia psicologica di maggior successo è la terapia comportamentale e la formazione dei genitori. Allo stesso modo, il trattamento combinato psicologico e psichiatrico dell’ADHD è molto più efficace.
Conclusioni
L’ADHD è un disturbo psicologico con numerose cause che richiede, quindi, un trattamento multidisciplinare. Sono, tuttavia, disponibili terapie via via più efficaci. Va notato che per un buon successo del trattamento, sono necessari la tempestività e l’impegno dei genitori.
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