Tipi di utero e malformazioni uterine

Le malformazioni uterine hanno origine nella fase embrionale durante lo sviluppo dei dotti paramesonefrici che danno origine al canale utero-vaginale, alle tube uterine e alla parte superiore della vagina.
Tipi di utero e malformazioni uterine
Mariel Alexandra Mendoza Delgado

Scritto e verificato Mariel Alexandra Mendoza Delgado.

Ultimo aggiornamento: 20 giugno, 2023

Nella donna esistono diversi tipi di utero anche se la sua funzione è sempre la stessa. In genere queste derivano da “malformazioni uterine” prodotte in fase embrionale durante lo sviluppo dei dotti paramesonefrici o “dotti mulleriani” .

Le malformazioni uterine sono solitamente asintomatiche e non vengono diagnosticate fino a quando non viene eseguita un’ecografia transvaginale di routine o in presenza di problemi di fertilità. Queste anomalie congenite si verificano fino al 3-5% della popolazione generale.

Origine dei tipi di utero

Le malformazioni uterine si sviluppano durante la fase embrionale. In questo momento l’utero si sviluppa come due metà separate che successivamente si fondono e, quando ciò avviene in modo diverso, si verifica l’anomalia.

Sebbene le malformazioni uterine siano rare nelle donne con infertilità, aumentano fino all’8% ed è la causa fino al 18% degli aborti ripetuti e del 25% degli aborti tardivi.

Classificazione dei tipi di utero

Esistono tipi di utero in base alla sua struttura anatomica
Diversi aspetti anatomici vengono solitamente presi in considerazione quando si classificano i tipi di utero.

Secondo la Società Europea di Riproduzione Umana ed Embriologia (ESHRE) e la Società Europea di Endoscopia Ginecologica (ESGE), nel 2013 è stata proposta la seguente classificazione delle malformazioni uterine:

  • Classe 0 (normale) : il contorno del fondo oculare è diritto o curvo con una rientranza mediana del fondo che non supera il 50% dello spessore della parete uterina.
  • Classe I (dismorfico) : all’esterno appare normale ma internamente le pareti dell’utero sono molto spesse, quindi di solito è molto stretto oa forma di T.
  • Classe II (settata) : è anch’essa normale all’esterno ma all’interno presenta una partizione o setto che divide parzialmente o totalmente l’utero in due cavità.
  • Classe III (bicorne o bicorporee) : presenta una piega verso l’interno della cavità uterina che la divide parzialmente o totalmente.
  • Classe IV (emiutero) : si è sviluppato solo un lato o cavità uterina, il che è normale, ma l’altro è incompleto o assente.
  • Classe V (aplastica o displastica) : assenza completa o unilaterale di una cavità uterina completamente sviluppata. Ci sono uno o due corni rudimentali che non si collegano con la cavità.
  • Classe VI (non ancora classificata) : include tutte le anomalie rare come cambiamenti sottili o una combinazione di patologie che non possono essere incluse in nessuno dei gruppi precedenti.

In questo caso la frequenza segue un ordine dal più alto al più basso. La più frequente delle anomalie uterine è l’utero dismorfico, e la meno frequente è quella che non può essere classificata.

C’è una classificazione diversa

Esiste anche la classificazione delle anomalie congenite uterine dell’American Society for Reproductive Medicine rivista nel 2016. Questa classifica però solo il corpo uterino, a differenza della suddetta, che lo fa con corpo, collo e vagina, permettendo una diagnosi della malformazione.

Le malformazioni uterine sono generalmente asintomatiche.

I diversi tipi di utero di solito non vengono diagnosticati fino a quando non viene eseguita un’ecografia transvaginale di routine o in presenza di problemi di concepimento.

Tuttavia, nei casi di emiutero, in cui il corno non si connette con la cavità uterina nella cavità rudimentale, possono verificarsi dolori pelvici e addominali. Ciò si verifica perché il sangue delle mestruazioni non può fluire nella vagina e si accumula nell’utero.

La presenza di malformazioni uterine può causare complicazioni in gravidanza come aborti spontanei tardivi o ripetuti, parti prematuri, gravidanze ectopiche, sanguinamento del terzo trimestre, malposizioni fetali e disturbi della contrazione uterina durante il travaglio che rendono difficile il parto.

La diagnosi è con studi di imaging

Quando nella fase embrionale si hanno alterazioni nello sviluppo dei dotti paramesonefrici, si hanno alterazioni nella formazione delle tube uterine, del canale utero-vaginale e nella parte superiore della vagina.

Per diagnosticare le malformazioni, viene utilizzata in primo luogo l’ecografia transvaginale. Si consiglia di farlo proprio alla fine delle mestruazioni quando gli strati superiori dell’endometrio sono già stati espulsi.

Tuttavia, in altri casi possono essere necessari altri esami come la risonanza magnetica, l’isteroscopia e l’isterosalpingografia. La risonanza magnetica è lo studio ideale nel caso di imene imperforato, mentre l’isterosalpingografia è diversa.

L’isterosalpingografia è il metodo più utilizzato per valutare lo stato delle tube uterine, dei setti intrauterini, delle aderenze intrauterine, dei fibromi sottomucosi e dei polipi endometriali.

Le malformazioni uterine devono essere trattate?

I tipi malformati di utero possono richiedere un intervento chirurgico
La chirurgia è un’opzione indicata per il trattamento delle malformazioni uterine nei casi necessari.

I diversi tipi di utero non richiedono sempre la risoluzione chirurgica. Nelle pazienti con malformazioni uterine, il trattamento chirurgico è limitato a coloro che presentano aborti ricorrenti senza altra causa apparente.

Così come nei casi di dolore pelvico cronico quando è stato confermato dalla laparoscopia che non c’è coesistenza di endometriosi. I migliori risultati sono nell’utero settato e bicorporale .

Quando viene impedito il trasporto di sperma e ovuli, l’opzione è la fecondazione in vitro.

In presenza di infertilità devono essere escluse malformazioni dell’utero

Sebbene rare nella popolazione generale, le malformazioni uterine sono più comuni nei casi di infertilità o aborti ricorrenti. Andare da un ginecologo è fondamentale in caso di sospetto per valutare la presenza di uno qualsiasi di questi disturbi.




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