Che cos'è l'immunosenescenza?

I meccanismi precisi che generano il declino del sistema immunitario non sono del tutto noti, sebbene le ricerche puntino ad un’involuzione cronica del timo.
Che cos'è l'immunosenescenza?

Ultimo aggiornamento: 12 settembre, 2021

L’invecchiamento è un processo che non possiamo invertire. Con gli anni, il corpo si deteriora gradualmente. Non lo fa solo all’esterno, con la comparsa delle rughe sulla pelle, ma anche all’interno. Oggi parliamo di immunosenescenza, nota anche come invecchiamento del sistema immunitario.

Certamente, dopo una certa età, inizia un deterioramento delle funzioni immunitarie dell’organismo. Ciò riguarda sia l’immunità naturale che l’immunità acquisita. Le sue conseguenze si fanno sentire in modi diversi, soprattutto quando si contraggono infezioni o malattie. Vediamo cosa dice la ricerca.

Caratteristiche dell’immunosenescenza

Immunosenescenza nella terza età.
L’immunosenescenza coincide con l’età avanzata, il che spiega la maggiore propensione a sviluppare infezioni in questa fase della vita.

L’immunosenescenza è un problema che i ricercatori conoscono molto bene da diversi decenni. Viene descritta come il progressivo deterioramento del sistema immunitario dovuto al naturale invecchiamento dell’organismo. I meccanismi nascosti che generano questo declino non sono del tutto noti, sebbene le prove indichino un’involuzione cronica del timo.

Altri specialisti ritengono che le cause dell’immunosenescenza siano multifattoriali, e comprendano fattori genetici, ambientali e di stile di vita. Comunque sia, è un problema reale che tutti noi dobbiamo affrontare negli ultimi decenni di vita.

Sebbene sia vero che l’impatto sul sistema immunitario acquisito è maggiore, gli studi concordano sul fatto che anche l’innato subisce una perdita significativa. Vediamo quali aspetti vengono compromessi a causa dell’invecchiamento del sistema immunitario.

Sistema immunitario innato

È anche conosciuto come sistema immunitario naturale o aspecifico. È la protezione con cui nasciamo e che agisce da barriera contro gli antigeni. Prendendo solo in considerazione gli elementi più importanti, nell’immunosenescenza vengono influenzati i seguenti processi:

  • Neutrofili: alterazione dell’apoptosi (morte cellulare programmata) e della produzione di ROS (specie reattive dell’ossigeno).
  • Monociti: la loro attività fagocitaria (processo in cui determinati composti o cellule vengono catturati e degradati) e MHCII (complesso maggiore di istocompatibilità di classe II) diminuiscono.
  • Macrofagi e cellule dendritiche: diminuisce il numero di macrofagi nel midollo osseo e il numero di cellule dendritiche nel sangue. Si riducono anche le cellule di Langerhans.
  • I recettori dell’immunità innata (PRR) subiscono un’alterazione. Di conseguenza, diminuisce la cattura degli antigeni.
  • Cellule NK: il loro volume aumenta, sebbene contemporaneamente diminuisca la loro citotossicità.
  • Linfociti NKT: sono presenti alterazioni, la maggior parte legate alla loro diminuzione.
  • Timo: sebbene le sue dimensioni non varino, si altera la sua funzionalità con una riduzione del numero di timociti e cellule stromali.

Sistema immunitario acquisito

È anche conosciuto come sistema immunitario adattativo. Si riferisce alla parte del sistema immunitario che viene acquisita dopo la nascita, in linea di principio dopo l’interazione con un antigene. In questo caso, le zone più colpite sono le seguenti:

  • Cellule T: il numero di cellule T naive diminuisce, riducendo così l’immunosorveglianza e la risposta a nuovi agenti patogeni che entrano nel corpo.
  • Cellule B: è presente una diminuzione delle cellule B naive. Di conseguenza, la risposta anticorpale diminuisce.
  • Citochine: alcune aumentano (IL-1, IL-6 e IL-8), mentre altre diminuiscono (IL-2 e IFNy). Ciò si traduce in una predisposizione a stati infiammatori cronici e ipersensibilità (allergie, per esempio).
  • Cellule staminali: la composizione delle cellule staminali cambia rispetto a quella delle persone giovani. Diminuisce la loro attività, ma sono presenti in maggiori quantità nel midollo osseo.

Come si vede, le alterazioni sono generali durante il processo di immunosenescenza. Colpisce le parti più importanti del sistema immunitario, che genera una serie di conseguenze a breve, medio e lungo termine. Vediamole più in dettaglio nella prossima sezione.

Conseguenze dell’immunosenescenza

Come ci ricorda la Johns Hopkins Medicine, l’invecchiamento del sistema immunitario produce un aumento del rischio di riattivazione dei virus latenti. È per questo motivo che negli ultimi decenni di vita si registra un aumento dei casi segnalati del virus varicella-zoster, virus Epstein-Barr, virus herpes simplex e citomegalovirus.

Questi virus rimangono dormienti nel corpo dopo un’infezione durante l’infanzia o l’adolescenza. A causa delle alterazioni nel funzionamento del sistema immunitario, si manifestano non appena l’efficacia della protezione diminuisce. Altre conseguenze legate a questo processo naturale sono le seguenti:

  • Minor risposta alla vaccinazione.
  • Episodi più acuti di infiammazione.
  • Infezioni persistenti.
  • Guarigione delle ferite più lenta.

I ricercatori sottolineano inoltre che l’immunosenescenza è direttamente correlata a una maggiore possibilità di sviluppare il cancro. Ancora una volta, questo spiega in parte perché la maggior parte delle segnalazioni si verifica in persone di età superiore ai 50 anni.

Cosa possiamo fare per evitare l’immunosenescenza?

immunosenescenza: si può rallentare con una dieta sana
Sebbene attualmente non ci sia modo di “curare” l’immunosenescenza, abitudini di vita sane possono ritardare un po’ la sua evoluzione.

Poiché non sono del tutto noti i meccanismi che la regolano, non è certo se l’immunosenescenza possa essere prevenuta. Si ritiene che alcuni dei problemi siano reversibili, come il numero di cellule T naïve e di cellule B che producono immunoglobuline.

L’evidenza suggerisce che la terapia genica o combinata può essere efficace nel ripristinare parte o tutta la funzione del sistema immunitario. Il trapianto di timo può essere un’opzione in alcuni casi. Per quanto riguarda la prevenzione, è noto che l’alimentazione svolge un ruolo di primo piano.

Vi sono infatti sufficienti evidenze al riguardo per affermare che una dieta equilibrata è in grado di ritardare gli effetti dell’immunosenescenza. L’approccio nutrizionale varia da persona a persona, anche se in generale gli studi indicano che vitamine, minerali e probiotici hanno un impatto positivo in questo senso.

Altre cose da includere nella nostra routine per prevenire l’invecchiamento del sistema immunitario sono le seguenti:

  • Ridurre gli episodi di stress o tensione.
  • Fare attività fisica.
  • Evitare lo stile di vita sedentario.
  • Mantenere un peso sano.
  • Tenere sotto controllo le malattie diagnosticate.

In termini generali, una vita sana può giocare a nostro favore. Non si potrà certamente eludere la predisposizione genetica, ma seguendo queste regole, faremo pendere l’ago della bilancia a nostro favore.



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