Indapamide: cosa c'è da sapere?

Indapamide è un farmaco prescritto nel trattamento dell'ipertensione. Ha un basso costo, pochi effetti collaterali e può essere utilizzato in combinazione con altri farmaci.
Indapamide: cosa c'è da sapere?

Ultimo aggiornamento: 15 giugno, 2021

L‘indapamide è un farmaco utilizzato nel trattamento dell’ipertensione. È un diuretico, più precisamente della famiglia dei tiazidici. È stato uno dei primi farmaci a dimostrarsi efficace nel controllo della pressione sanguigna rispetto all’assunzione di placebo.

Alcuni studi lo indicano come trattamento iniziale preferenziale per l’ipertensione. Ciò è dovuto in parte al suo prezzo contenuto (non ha un marchio commerciale, è generico), alla possibilità di utilizzarlo insieme ad altri farmaci e ai suoi ridotti effetti collaterali. Vi diciamo tutto quello che c’è da sapere.

A cosa serve l’indapamide?

Indapamide, azione a livello renale
L’indapamide agisce a livello renale favorendo l’eliminazione dell’acqua e di alcuni elettroliti. Questo riduce il volume del sangue e quindi la pressione arteriosa.

L’indapamide appartiene alla famiglia dei diuretici tiazidici che agiscono inibendo l’assorbimento del sodio da parte dei reni. Ciò significa che l’eccesso viene eliminato con l’urina, e questo a sua volta aiuta a ridurre la ritenzione di liquidi. Avere meno liquidi nel sangue abbassa la pressione e permette di tenere sotto controllo la malattia.

L’indapamide aiuta nella gestione dell’ipertensione, ma non la cura. Il trattamento è quindi permanente, anche quando il paziente non presenta più alcun sintomo.

Oltre a essere usata per trattare la pressione alta, la Food an Drug Administration ( FDA ) lo raccomanda anche per l’insufficienza cardiaca congestizia.

L’evidenza indica che questo farmaco è particolarmente utile per abbassare i livelli di pressione sistolica. Per questo motivo, è  raccomandato negli anziani con questa condizione isolata. La sua assunzione non sostituisce la necessità di una dieta povera di sodio, un’abitudine che tutti i pazienti ipertesi devono seguire.

È molto comune che venga prescritto insieme a un altro farmaco, come il perindopril. In effetti, numerosi studi e ricerche suggeriscono di assumerli in coppia. Meritano ulteriori studi l’utilità di associare gli effetti vasorilassanti dell’indapamide con i calcioantagonisti.

Come si assume l’indapamide?

Il farmaco può essere assunto solo per via orale. Le dosi variano a seconda del contesto, in base all’età, il peso, la gravità della condizione e le possibili interazioni farmacologiche. In generale, la dose varia da 1,25 a 5 milligrammi, iniziando con la dose più bassa e aumentando nel corso delle settimane. Questo dà tempo per valutare gli effetti e come viene tollerato. Se la riduzione della pressione è favorevole e non ci sono conseguenze evidenti, lo specialista procederà ad aumentare il dosaggio.

Se non si ottengono i risultati attesi, verrà prescritto un altro farmaco come complemento. Di solito si assume una volta al giorno, tutti i giorni. La frequenza e l’uso del farmaco possono variare a seconda delle condizioni del paziente. Nel caso in cui si dimentichi di prendere la compressa, la si deve assumere appena ci si ricorda. A meno che l’orario della dose successiva non sia molto vicino.

Il farmaco deve essere conservato in un luogo asciutto e a temperatura ambiente. Sarà bene lasciarlo nella confezione originale, tenendo il coperchio sempre chiuso. Va tenuto fuori dalla portata dei bambini, per evitare episodi di intossicazione da ingestione accidentale.

Controindicazione all’uso di indapamide

Nonostante sia tra i farmaci più utilizzati nel trattamento dell’ipertensione, l’indapamide non è esente da controindicazioni. I contesti in cui il suo utilizzo dovrebbe essere limitato sono i seguenti:

Gravidanza

A causa della mancanza di studi al riguardo, l’assunzione del farmaco non è consigliata nelle donne in gravidanza o in allattamento.

Sebbene gli aumenti della pressione arteriosa siano piuttosto comuni durante la gravidanza, questi vengono di solito trattati con altri farmaci supportati dalla ricerca. Ad esempio, con calcio-antagonisti come la nifedipina.

Malattie croniche

Ne sono un esempio il diabete e l’insufficienza renale. Sebbene l’assunzione del farmaco sia sicura quando entrambe le malattie sono controllate, è noto che l’uso di diuretici tiazidici può essere controproducente se sono scompensate.

Per questo motivo, lo specialista deve essere informato se si soffre di una di queste due malattie. In questo modo potrà fare un follow-up sui possibili effetti collaterali. Occorre anche informare il medico sulla presenza di qualsiasi disturbo epatico.

Sincope

Sebbene il motivo non sia ancora del tutto chiaro, si è scoperto che il farmaco può peggiorare gli episodi di sincope e persino provocarli se l’assunzione avviene in presenza di altre malattie (come la sindrome del QT lungo). È necessario prendere precauzioni se si opta per la sua assunzione, poiché può aumentare il rischio di cadute.

Gotta

I pazienti con gotta devono prestare attenzione durante l'assunzione di indapamide.
La gotta è una malattia infiammatoria cronica caratterizzata da forte dolore e gonfiore in alcune articolazioni.

Gli studi indicano che l’indapamide è correlata all’aumento dell’acido urico nel corpo. Ecco perché il suo uso è controindicato nei pazienti che soffrono di gotta o quanto meno inclini a svilupparla. Se lo specialista non trova un’alternativa, dovrebbe essere effettuato un monitoraggio ricorrente dei livelli di acido urico per evitare complicazioni.

Altre condizioni che potrebbero peggiorare con l’assunzione del farmaco sono ipotensione, allergie al componente di base del farmaco, assunzione di alcuni farmaci, lupus e squilibri tiroidei cronici.

Non ci sono dati sufficienti di come il farmaco agisca nei bambini o negli adolescenti. Se si presentano sintomi di ipertensione infantile e se ne sceglie l’assunzione, devono essere valutati attentamente i risultati, i possibili effetti collaterali e la sua efficacia a lungo termine.

Effetti collaterali dell’assunzione del farmaco

Come con qualsiasi medicinale, l’uso di indapamide può portare allo sviluppo di effetti collaterali. Il più evidente è l’aumento della minzione. Questo effetto di solito dura per 4-6 ore dopo l’assunzione del farmaco, anche se può essere più esteso, a seconda dei casi.

Altri effetti collaterali comuni sono:

  • Sonnolenza.
  • Vertigini.
  • Stato confusionale.
  • Crampi muscolari.
  • Vomito.
  • Visione offuscata.
  • Sete eccessiva.

Nella maggior parte delle volte, gli effetti di solito scompaiono con l’aderenza al farmaco, in altri casi durano per diversi mesi. Sebbene siano rari, è possibile anche sviluppare:

  • Perdita di peso.
  • Respirazione difficoltosa.
  • Perdita della libido.
  • Affaticamento cronico.

Se il paziente è allergico all’indapamide, presenterà orticaria, gonfiore alla gola, alla lingua e problemi respiratori. In questo caso, occorre consultare lo specialista il prima possibile e sospenderne temporaneamente l’assunzione.

Si ricorda che l’uso di questo e di altri farmaci deve essere effettuato solo sotto controllo medico. L’automedicazione è controindicata, poiché possono svilupparsi anche disturbi che minacciano la vita del paziente.

Se sospettate di avere l’ipertensione, prenotate una visita specialistica per ottenere una diagnosi precisa e il trattamento mirato.



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