Differenze tra udito e ascolto

Tutti gli esseri umani sono in grado di udire, ma l'ascolto implica una serie di processi psicologici che si sviluppano con il tempo e la pratica. Conosci la differenza tra i due termini?
Differenze tra udito e ascolto
Samuel Antonio Sánchez Amador

Scritto e verificato el biólogo Samuel Antonio Sánchez Amador.

Ultimo aggiornamento: 24 febbraio, 2023

“Mi senti, ma non mi ascolti.” Quante volte noi umani l’abbiamo sentito dire, indipendentemente dal sesso, dall’età e dall’etnia? Le relazioni sociali tra i membri della nostra specie vanno ben oltre i sensi primari e, quindi, non sbagliamo nel dire che ci sono molteplici differenze tra l’udito e l’ascolto.

Ogni essere umano senza disabilità uditive è in grado di udire, anche se non tutte le persone possono ascoltare e ricevere (e interpretare) i messaggi che provengono dall’ambiente. L’ascolto richiede attenzione, elaborazione e concentrazione, mentre il processo uditivo richiede solo gli organi coinvolti per funzionare. Non smettere di leggere, mentre approfondiamo questo argomento.

Che cos’è l’udito?

Prima di esplorare le differenze tra udito e ascolto, troviamo interessante analizzare ciascun termine separatamente. Dopo aver descritto entrambi in modo approfondito, li affronteremo nel dettaglio.

Come indica l’Oxford Dictionary, l’udito può essere definito come “la capacità di percepire un suono attraverso il senso dell’udito”. Espresso in modo più tecnico, è concepito come la percezione delle onde sonore che si propagano nello spazio. Questa capacità non è unica per gli esseri umani e costituisce uno dei 5 sensi universali.

Differenze tra udito e ascolto: parti dell’udito

Negli esseri umani e in altri vertebrati, l’udito avviene grazie al sistema uditivo. Questi sono i suoi componenti principali nella specie Homo sapiens:

  • Orecchio esterno: come suggerisce il nome, è la parte più esterna del sistema uditivo umano. È formato dal padiglione auricolare, dal canale uditivo esterno e dalla membrana timpanica. La sua funzione principale è quella di raccogliere energia sonora e indirizzarla verso il timpano.
  • Orecchio medio: l’orecchio medio è costituito da una cavità situata nella falesia dell’osso temporale. È costituito dalla gabbia timpanica, dal gruppo di ossicini ( martello, incudine e staffa ), dai muscoli associati alle strutture ossee, dalle cellule mastoidi e dalla tromba di Eustachio. La sua funzione principale è quella di trasferire le vibrazioni dal timpano all’orecchio interno.
  • Orecchio interno: L’orecchio interno è l’ultima sezione del sistema uditivo. È formato dal labirinto interno (la coclea) e dal labirinto posteriore (il sistema vestibolare). Il primo è responsabile dell’udito stesso, mentre il secondo ci permette di percepire il nostro stesso corpo nell’ambiente tridimensionale e mantenere l’equilibrio.
  • Meccanismo neurale: le informazioni raccolte dalla coclea viaggiano attraverso il nervo uditivo e raggiungono il nucleo cocleare, presente nel tronco cerebrale. Dopo aver completato un viaggio complesso, l’impulso neuronale raggiunge la corteccia uditiva primaria (A1), dove viene elaborato e trasformato in informazioni rilevanti.

L’udito è essenziale nei vertebrati terrestri, motivo per cui si trova praticamente in tutti. Questo senso non solo ci permette di creare una cultura attraverso il linguaggio, ma grazie ad esso ascoltiamo anche le minacce dell’ambiente e agiamo di conseguenza.

Cos’è l’ascolto?

Le differenze tra udito e ascolto implicano l'interpretazione
Ascoltare qualcuno durante una conversazione è un processo diverso dal semplice ascolto, poiché coinvolge aspetti psicologici.

La Royal Spanish Academy of Language (RAE) definisce il verbo ascoltare come “l’atto di prestare attenzione a ciò che si ascolta”. Sebbene sia completamente legato all’udito come processo fisiologico, l’ascolto è un passaggio molto più avanzato che integra la cognizione umana, la memoria, l’interpretazione del linguaggio non verbale e molto altro.

L’azione dell’ascolto è volontaria e implica intenzione da parte del soggetto. È possibile discutere se altri animali evolutivamente complessi siano in grado di ascoltarsi a vicenda (scimmie, delfini, ecc.), ma ovviamente questa capacità non è così universale come l’orecchio sensu stricto.

Parti dell’ascolto

Questo concetto è strettamente legato all’ascolto attivo, cioè alla capacità di interpretare e analizzare ciò che un altro essere umano sta comunicando quando parla con un altro. Queste sono le competenze o basi su cui si fonda l’ascolto attento o attivo:

  • Comprensione: la comprensione è la capacità (o facilità) dell’essere umano di percepire le cose e di averne un’idea chiara. Ogni ascolto passa attraverso la comprensione del messaggio che viene trasmesso. Possiamo sentire un cane che abbaia, ma sentirlo è impossibile (attribuiamo un significato all’abbaiare, anche se questo non è chiaro o oggettivo).
  • Ritenzione: l’ ascolto richiede memoria, poiché occorre ricordare ciò che è stato espresso pochi secondi fa per generare un messaggio coerente nella sua interezza. È anche molto importante ricordare le esperienze e il modo di essere di chi parla per contestualizzare il messaggio.
  • Risposta: un ascoltatore deve essere in grado di rispondere al suono che viene emesso. Al contrario, si può ipotizzare se interpreta bene o meno il messaggio (come nel caso dei pazienti in coma), tuttavia è molto difficile confermarlo.
  • Valutazione: il processo di ascolto può essere valutato con una serie di criteri oggettivi. L’Active Listening Observation Scale (ALOS) è uno dei metodi più affidabili per raggiungere questo obiettivo.

A livello teorico, ogni essere umano con un’adeguata funzione cerebrale e un normale stato fisiologico dovrebbe essere in grado di ascoltare. Anche se diciamo che qualcuno “non ascolta”, in realtà quello che stai cercando di trasmettere è che non stai prestando abbastanza attenzione al messaggio. Solo con l’atto dell’interpretare le parole si fa già un ascolto più o meno esauriente.

Le differenze tra udito e ascolto

Era necessario porre le basi di entrambi i termini in modo esauriente, poiché tutto ciò che abbiamo appreso ci aiuterà a comprendere rapidamente e facilmente le differenze tra udito e ascolto. Non perderlo!

1. L’udito è un’abilità, mentre ascoltare è un’abilità

L’udito è la capacità di percepire i suoni dall’ambiente attraverso l’azione sinergica dell’orecchio esterno, medio e interno. Ogni essere umano senza un quadro patologico negli organi coinvolti ha la capacità di sentire dalla nascita (e anche prima). Pertanto, la perdita dell’udito è considerata uno stato alterato.

D’altra parte si nasce con la capacità di sentire, ma l’ascolto si sviluppa nel tempo. Per interpretare il messaggio verbale, dobbiamo prima imparare come funziona ed emetterlo noi stessi, cosa che accade in media a 9 o 10 mesi di età. A poco a poco, sviluppiamo la capacità di praticare l’ascolto attivo, qualcosa che si ottiene volontariamente e grazie all’esperienza.

Ogni persona senza un quadro patologico nasce con la capacità di sentire. L’ascolto, tuttavia, si sviluppa con la società e il contesto.

2. L’udito è passivo, ma l’ascolto è attivo

Questa è una delle differenze tra sentire e ascoltare che è più facile capire se usi un esempio pratico. Immagina di camminare per strada e poi a casa ti ricordi che il traffico era più rumoroso del solito durante la passeggiata. Il fatto che registri i suoni senza alcuno sforzo o intenzione mostra che l’ udito è completamente passivo e involontario.

Come indicato dai portali professionali, l’ascolto è tutt’altro che passivo. Non è un’attività neutra e aneddotica, quindi richiede di prestare attenzione al linguaggio (sia verbale che non verbale) che l’altra persona sta emettendo. L’ascolto non implica solo la percezione dei suoni in formato word, poiché il messaggio è composto anche dai seguenti elementi:

  1. Il significato delle parole pronunciate: le frasi contengono messaggi specifici, ma il loro significato o significato dipende dal contesto in cui vengono emesse. A per!” ridere mentre si fa il solletico non è la stessa cosa di “stop!” rilasciato quando si attraversa una strada senza guardare.
  2. L’intenzione di chi parla: una persona può dire una cosa con l’intenzione di ottenere l’opposto di ciò che è articolato. Pertanto, la memoria è tenuta a conoscere la personalità del mittente del messaggio per dargli un contesto maggiore della somma delle sue parti.
  3. Linguaggio non verbale: i muscoli facciali, il tono e la postura del mittente a volte ci rivelano più informazioni del messaggio stesso.

Per catturare tutte queste sfumature è necessario prestare attenzione. Pertanto, non si può affermare che “qualcosa è stato sentito per caso” o involontariamente. L’atto di dirigere i nostri sensi verso uno specifico stimolo uditivo è attivo e volontario.

Gli animali sentono ciò che accade nel nostro ambiente involontariamente. Questo senso è essenziale per la sopravvivenza a livello individuale e di specie.

3. L’udito è di natura primaria e l’ascolto è di natura secondaria.

L’udito è qualcosa di naturale e continuo e, quindi, primario nell’essere umano. Non possiamo smettere di ascoltare se non utilizziamo strumenti esterni per questo scopo, poiché il nostro padiglione uditivo è sempre aperto. Anche alcune parti del cervello sono responsabili dell’interpretazione dei suoni mentre dormiamo.

L’ascolto è di natura secondaria e non dipende esclusivamente dal funzionamento dell’apparecchio acustico. Una persona non ascolterà mai lo stesso di un’altra (pur avendo un orecchio simile), poiché l’integrazione e l’interpretazione del messaggio dipendono molto dalla memoria, dalle esperienze precedenti, dalla personalità e dalla percezione di sé. Inoltre, è un atto circoscritto nel tempo e non costante.

Un essere umano non può ascoltare per 24 ore al giorno, ma è in grado di ascoltare in questo intervallo. Un suono abbastanza forte sveglierà il dormiente più profondo.

4. L’udito è fisiologico e l’ascolto è psicologico

Questa è una delle differenze tra sentire e ascoltare che è già apparsa durante il testo, quindi non ci soffermeremo troppo. L’udito si spiega grazie a una serie di processi fisiologici (l’apparato uditivo, i neuroni e il cervello), mentre l’ascolto individuale non può essere compreso senza la psicologia della specie e dell’individuo in particolare.

Il processo uditivo è lo stesso in tutti gli esseri umani in un ambiente libero da patologie. L’ascolto è unico e non trasferibile, poiché dipende dai tratti psicologici di ogni individuo.

5. Differenze tra udito e ascolto: sensi coinvolti

Le differenze tra sentire e ascoltare includono la loro complessità
Durante il processo di ascolto attivo, per l’interpretazione finale del messaggio vengono utilizzati più circuiti neurali rispetto al semplice ascolto di uno stimolo uditivo.

Può sembrare ridondante, ma va notato che l’udito richiede solo il senso dell’udito. La trasmissione del messaggio avviene grazie all’integrazione di più organi contemporaneamente, sebbene tutti siano coinvolti in un modo o nell’altro nel sistema uditivo già descritto. D’altra parte, l’ascolto beneficia anche dell’affinamento dei seguenti sensi:

  • Vista: la famosa regola 55-38-7 postula che solo il 7% del linguaggio umano dipende dalle parole che vengono pronunciate durante una conversazione. Il 55% del messaggio diffuso ricade sulle caratteristiche corporee, mentre il 38% dipende dalla tonalità dell’emittente. Sebbene questo postulato sia stato ampiamente criticato, mostra che la vista è essenziale per l’ascolto.
  • Odore: può sembrare strano, ma l’olfatto a volte ci aiuta a contestualizzare il messaggio che ci viene consegnato. Se annusiamo il sudore di una persona e combiniamo questo evento con le sue parole e la sua espressione facciale, sarà più facile per noi interpretare che si trova in un momento di stress.
  • Tocco: immagina che una persona stia parlando mentre la stai abbracciando e improvvisamente noti qualcosa di bagnato sul tuo petto. Questo semplice gesto ti aiuterà a capire che sta piangendo senza dover sentire o vedere nulla. Sebbene il senso del tatto riporti meno informazioni rispetto al resto di quelli citati, è essenziale in alcuni scenari di comunicazione.

Come puoi vedere, l’ ascolto coinvolge molti più sistemi che vanno oltre l’uditivo. Gli occhi, i recettori olfattivi e le terminazioni sensoriali sono fondamentali per contestualizzare il messaggio nella sua interezza e ottenere una chiara immagine mentale di ciò che viene trasmesso.

L’udito richiede solo l’udito. L’ascolto coinvolge sempre anche la vista ea volte si basa sull’olfatto e sul tatto.

Differenze tra udito e ascolto: cos’è meglio?

Ora che conosci le differenze tra udire e ascoltare, ti chiederai quale dei 2 concetti è più utile giorno per giorno. La realtà è che entrambi sono essenziali nel proprio terreno e la specie umana non può essere concepita senza di loro. Senza l’udito non saremmo sopravvissuti allo stato brado, ma senza l’ascolto non ci sarebbero cultura, società o relazioni complesse.

Da un punto di vista utilitaristico, è molto meglio ascoltare che ascoltare quando si sta conversando. Ascoltare implica solo riconoscere che le parole vengono emesse nella nostra direzione, mentre l’ascolto attivo ci permette di ricordare, conoscere e, soprattutto, entrare in empatia con chi parla. È necessario esercitare questo tratto per essere la migliore versione di noi stessi.




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