Allergia ai pollini: tutto quello che c'è da sapere
La primavera, con i suoi fiori e il verde delle piante è una delle stagioni più belle dell’anno. Lo è meno per milioni di persone, a causa dell’allergia ai pollini. Volete saperne di più? Continuate a leggere!
I pollini non sono altro che minuscoli granuli che contengono le cellule germinali delle piante, essenziali per la loro moltiplicazione. La produzione di questi granuli aumenta notevolmente in primavera, periodo in cui si possono trovare nell’atmosfera in alte concentrazioni.
L’allergia ai pollini o pollinosi è definita come ” la comparsa di sintomi sfavorevoli dopo l’esposizione al polline presente nell’atmosfera“. Si tratta di una patologia molto comune; secondo quanto riporta l’IIS, la rinite allergica colpisce milioni di italiani, con una prevalenza del 10-20% a seconda delle regioni.
Perché si sviluppa l’allergia ai pollini?
In termini generali, l’allergia è una reazione di ipersensibilità a determinate sostanze note come allergeni. Queste sostanze hanno la particolarità di essere innocue nelle persone sane: agiscono, quindi, solo sulle persone sensibili.
Il contatto ripetuto con gli allergeni stimola la produzione di anticorpi specifici chiamati immunoglobuline E (IgE). Questi anticorpi si vanno a legare alla superficie di specifiche cellule del sistema immunitario chiamate mastociti, i quali producono grandi quantità di istamina quando entrano in contatto con l’allergene specifico.
La secrezione di istamina è responsabile della comparsa dei noti sintomi di allergia, in particolare i processi infiammatori. È importante sapere che non tutti i pollini producono allergia. Per essere considerato un allergene, il polline deve soddisfare le seguenti caratteristiche:
- Essere leggero.
- Trovarsi in quantità abbondanti.
- La pianta che lo produce deve avere un’ampia distribuzione locale.
- Il polline deve avere una dimensione compresa tra 5 e 60 micrometri.
Quali piante danno allergia?
I principali agenti eziologici possono variare a seconda della posizione geografica e della flora autoctona. La causa più comune di allergia ai pollini in Europa è il polline delle graminacee, come il grano, il mais e la segale.
Sono, tuttavia, numerose le piante in grado di produrre pollinosi.
- Olivo.
- Cipresso
- Farinello comune o Chenopodium album
- Betulla.
- Parietaria.
- Artemisia e ambrosia.
Sintomi
Uno delle principali vie di entrata del polline nel corpo è il tratto respiratorio, motivo per cui la maggior parte delle manifestazioni della patologia si verifica a questo livello. La rinite allergica è la forma più comune di presentazione. Questi sono i principali sintomi:
- Congestione nasale.
- Starnuti frequenti.
- Prurito al naso o alla gola.
- Rinorrea o naso che cola.
- Dispnea (difficoltà respiratoria) e asma nei casi più gravi.
Il polline può anche entrare in contatto con la congiuntiva e causare la comparsa di sintomi. Questa condizione è nota come congiuntivite allergica, che porta a reazioni come prurito agli occhi, arrossamento e lacrimazione continua. Alcune persone allergiche possono manifestare sintomi meno localizzati come:
- Mal di testa
- Affaticamento.
- Irritabilità.
- Prurito alle orecchie e al palato.
- Difficoltà a prendere sonno.
Come si effettua la diagnosi?
La storia clinica è solitamente tutto ciò che serve per fare una diagnosi di allergia ai pollini. La presentazione dei sintomi è legata alle stagioni dell’anno, di solito più frequente in primavera e in estate. Lo specialista, per fare una diagnosi accurata, chiederà informazioni sulle caratteristiche dei sintomi, la durata e l’intensità.
Se, invece, desiderate determinare il tipo specifico di polline a cui siete allergici, il medico può prescrivere un test cutaneo o un prick test. Questo tipo di esame consiste nell’inoculare sotto pelle una piccola quantità di allergene; dopo alcuni minuti si dovrebbe osservare una piccolo ponfo nella zona di iniezione, in caso di risultato positivo.
Il ponfo caratteristico del prick test è dovuto alla reazione infiammatoria che la sostanza produce nell’organismo. È anche possibile quantificare la quantità di IgE presenti nel sangue relativamente ad un allergene già noto al paziente.
Trattamento dell’allergia ai pollini
Come per tutte le allergie, il principale modo per combatterla è la prevenzione e la mancata esposizione all’allergene. Tuttavia, questo è molto difficile quando si tratta di polline, poiché è nell’aria per alcuni mesi dell’anno. In questo caso, occorre anche trattare i sintomi quando compaiono.
- L’uso di farmaci antistaminici si è dimostrato molto utile nel trattamento dei sintomi. Antagonizzano l’istamina, impedendole di svolgere il suo effetto sui tessuti e prevenendo la comparsa di sintomi respiratori e oculari.
- I decongestionanti nasali e i colliri sono altrettanto utili per contrastare i sintomi, poiché riducono il contatto tra l’allergene e la mucosa.
- Attualmente, è stato sviluppato un vaccino per l’allergia ai pollini chiamato immunoterapia, che permette di ridurre la sensibilità all’antigene.
In generale, nell’immunoterapia, al paziente vengono somministrate dosi crescenti di allergene. In questo modo l’organismo crea anticorpi che catturano la sostanza prima che interagisca con le IgE dei mastociti. Tuttavia, gli studi dimostrano che non tutti i pazienti sono adatti a questo trattamento che deve essere comunque valutato da un allergologo.
Prevenzione dell’allergia ai pollini
Come accennato in precedenza, evitare il contatto con il polline delle piante è pressoché impossibile in alcuni mesi dell’anno. Tuttavia, si possono adottare alcune misure per ridurre l’esposizione ed evitare la comparsa di sintomi caratteristici.
- Evitare di uscire nelle giornate calde, secche e ventose: queste condizioni meteo aiutano a diffondere il polline nell’ambiente. L’ideale è uscire nelle giornate più fredde e nuvolose per limitare l’esposizione.
- Tenere le finestre chiuse: il polline può entrare facilmente in qualsiasi ambiente, quindi è meglio evitare di aprire troppo le finestre. Si consiglia inoltre di viaggiare in macchina con i finestrini chiusi, eventualmente con l’aria condizionata accesa.
- Limitare le attività all’aperto: la concentrazione di polline nell’aria può essere maggiore in alcuni giorni rispetto ad altri. In questo senso, si raccomanda di non svolgere alcun tipo di attività all’aperto nelle giornate con elevate concentrazioni di polline.
- Cambiare i vestiti una volta a casa: il polline aderisce molto facilmente a tutti i tipi di tessuto, in particolare al cotone. Il modo migliore per evitare i sintomi di allergia a casa è togliersi i vestiti e fare una doccia dopo essere rientrati.
- Indossare occhiali e maschera protettiva: le persone con gravi sintomi di allergia dovrebbero indossare occhiali da sole e maschere protettive prima di uscire. Questa misura diventa più importante quando la concentrazione atmosferica di polline è elevata.
Una malattia diffusa e fastidiosa
L’allergia ai pollini è una malattia che colpisce milioni di persone in tutto il mondo. Può essere causata da un gran numero di piante diverse, sebbene l’agente eziologico più frequente sia il polline delle graminacee.
I sintomi compaiono entro pochi minuti dal contatto con l’allergene e colpiscono le vie respiratorie e gli occhi. È un disturbo molto fastidioso che condiziona notevolmente la vita di chi ne soffre, poiché limita lo svolgimento delle attività all’aria aperta in determinati periodi dell’anno.
Alla comparsa dei sintomi, la cosa migliore è recarsi dal medico. Solo lo specialista potrà indicare il trattamento più appropriato. Inoltre, potrà fornire utili consigli per ridurre al minimo l’impatto dell’allergia sulla vita quotidiana.
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