Venlafaxina: cos'è e a cosa serve?

Tutti i farmaci psicotropi alterano il grado di concentrazione o l'effetto dei neurotrasmettitori sul corpo. La venlafaxina prolunga l'azione della serotonina e della norepinefrina, sostanze che aiutano a curare la depressione.
Venlafaxina: cos'è e a cosa serve?

Ultimo aggiornamento: 15 marzo, 2021

Gli antidepressivi sono un gruppo di farmaci usati per curare la depressione e altre malattie psichiatriche. Forniscono il loro effetto farmacologico intervenendo nell’azione di vari neurotrasmettitori. Uno di questi farmaci è la venlafaxina, ma cos’è e a cosa serve?

La depressione è una patologia che presenta più sintomi. Uno dei più caratteristici è l’apatia o la mancanza di motivazione anche quando si svolgono attività piacevoli. Può colpire chiunque, sebbene le statistiche dimostrino che il 64,3% dei pazienti diagnosticati è rappresentato da donne.

Il trattamento della depressione si basa sulla combinazione di terapia psicologica e assunzione di farmaci. Esiste un gran numero di composti che aiutano a migliorare i sintomi. Tutti i farmaci di questo tipo hanno un effetto ritardato, quindi dovrebbero essere assunti per un lungo periodo di tempo.

Che cos’è la venlafaxina?

È un antidepressivo appartenente al gruppo degli inibitori della ricaptazione della serotonina e della norepinefrina. Pertanto, la venlafaxina agisce prolungando l’effetto che queste sostanze hanno sul corpo.

La forma di somministrazione del farmaco è per via orale; è disponibile in compresse a rilascio immediato e compresse a rilascio prolungato. Anche il dosaggio può variare, essendo possibile trovare la formulazione con 37,5 mg, 75 mg e 150 mg di principio attivo.

Ha un buon assorbimento intestinale che non è influenzato dal consumo di cibi e bevande. Tuttavia, è necessario prestare attenzione in caso di insufficienza epatica, poiché il fegato non sarà in grado di metabolizzare in modo corretto tutto il medicinale.

Esistono diverse formulazioni per la venlafaxina.
La venlafaxina è disponibile in formulazioni adatte al solo consumo orale.

Meccanismo d’azione del farmaco

Prima di parlare del meccanismo d’azione del farmaco è necessario capire la relazione tra serotonina e depressione. La serotonina influenza le aree del cervello che regolano la stabilità dell’umore. Di conseguenza, aumentarne la concentrazione aiuta a ridurre i sintomi dei disturbi psichiatrici.

La serotonina è secreta da un insieme di neuroni in uno spazio istologico chiamato fessura intersinaptica. Una volta rilasciata, entra in contatto con i recettori situati sulla membrana di un altro neurone.

Dopo un certo tempo, la serotonina verrà riassorbita dal neurone iniziale, diminuendo così la sua concentrazione nella fessura.

Il metabolita attivo del farmaco, O-desmetil-venlafaxina, è coinvolto nel processo di ricaptazione della serotonina. Il composto ha il compito di bloccare il recettore SERT, che è incaricato di catturare il neurotrasmettitore. In questo modo, i livelli di serotonina nel cervello rimarranno alti.

D’altra parte, il farmaco è anche in grado di inibire la ricaptazione della noradrenalina bloccando i trasportatori NAT. Questo effetto è importante perché vari studi dimostrano il ruolo di questo neurotrasmettitore nella patogenesi e nel trattamento della depressione.

A cosa serve la venlafaxina?

È usata per trattare la depressione negli adulti. Tuttavia, è anche utile nel trattamento di altre malattie psichiatriche comuni come l’ansia. Questa patologia è caratterizzata da un’eccessiva preoccupazione in situazioni considerate normali.

Sia le compresse a rilascio lento che quelle a rilascio rapido sono molto utili per alleviare i sintomi. Inoltre, il farmaco è utile nel trattamento delle seguenti condizioni:

  • Attacco di panico.
  • Disturbo d’ansia sociale.
  • Dolore neuropatico.

Come va presa?

Le istruzioni specifiche per l’assunzione di venlafaxina devono essere sempre fornite dal medico curante. Secondo il foglietto illustrativo del farmaco, la dose iniziale raccomandata è di 75 milligrammi al giorno, tuttavia, la dose iniziale sarà di 37,5 milligrammi nei pazienti con attacchi di panico.

Questo farmaco è ben tollerato dall’organismo, quindi è possibile assumere fino a una dose massima di 375 milligrammi al giorno suddivisa in 3 o 4 dosi. In alcuni casi, lo specialista può aumentare in modo graduale la dose del farmaco;  l’aumento tuttavia dovrebbe essere fatto solo una volta alla settimana.

Le compresse vanno prese ogni giorno, all’incirca alla stessa ora e preferibilmente con il cibo. La venlafaxina è un farmaco orale che deve essere deglutito intero. Le compresse pertanto non devono essere tagliate o frantumate.

La sospensione del trattamento deve avvenire solo sotto controllo medico per evitare la comparsa di effetti collaterali. È importante diminuire in modo progressivo la dose prima di interrompere il trattamento.

Effetti collaterali della venlafaxina

Come tutti i farmaci, la venlafaxina ha un certo grado di tossicità, motivo per cui può dare effetti avversi. Gli effetti, tuttavia, di solito non limitano le attività quotidiane e tendono a scomparire dopo pochi giorni.

La sicurezza della venlafaxina è supportata da diversi studi in cui solo il 6,4% delle persone trattate ha manifestato effetti collaterali. Tra i sintomi più frequenti associati al consumo di questo farmaco, spiccano i seguenti:

  • Vertigini
  • Mal di testa.
  • Nausea.
  • Bocca asciutta.
  • Sudorazione diurna e notturna.
La venlafaxina ha tra gli effetti secondari disturbi gastrointestinali
Le manifestazioni gastrointestinali aspecifiche sono comuni durante il consumo di venlafaxina.

Precauzioni e controindicazioni

La principale controindicazione al consumo di questo medicinale è la presenza di allergia al principio attivo o ad uno qualsiasi dei suoi eccipienti. Inoltre, la venlafaxina non deve essere ingerita se negli ultimi 14 giorni è stato assunto un farmaco appartenente agli IMAO (un diverso gruppo di antidepressivi).

Questo composto non deve essere somministrato a persone di età inferiore ai 18 anni; non può quindi essere utilizzato nel trattamento dell’ansia infantile. Questo perché i bambini hanno maggiori probabilità di sviluppare effetti collaterali, in particolare pensieri suicidi.

Le donne incinte devono fare molta attenzione. La venlafaxina deve essere prescritta da un medico solo quando i benefici del suo utilizzo superano i rischi. Questo perché il farmaco è in grado di attraversare la barriera placentare e di danneggiare il feto; inoltre, se consumato nell’ultimo trimestre di gravidanza, aumenta il rischio di emorragia vaginale.

Alcune situazioni devono essere segnalate allo specialista prima di iniziare il trattamento. Tra queste spiccano:

  • Consumo di altri farmaci.
  • Presenza di malattie epatiche o renali.
  • Malattie degli occhi, come il glaucoma.
  • Storia di disturbi cardiovascolari, convulsioni, aggressività o disturbo bipolare.

Un farmaco sicuro con pochi effetti collaterali

La venlafaxina è un farmaco molto utile nel trattamento del disturbo depressivo maggiore e di altre condizioni psichiatriche. Aumenta la concentrazione di serotonina e norepinefrina nel cervello, due neurotrasmettitori che intervengono nell’equilibrio dell’umore, migliorando i sintomi della depressione.

Deve essere assunto solo su prescrizione medica e seguendo le istruzioni fornite dallo specialista. Un consumo non attento di questo farmaco può portare a gravi effetti collaterali.



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