Cause e fattori di rischio della fibromialgia
Da quando è stata riconosciuta come malattia nel 1992 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, la fibromialgia è diventata sempre più visibile. Tuttavia, le cause e i fattori di rischio della fibromialgia restano un enigma.
Rigidità mattutina, malessere generale, dolore e una sensazione di stanchezza costante, mancanza di energia e altri disturbi generalizzati, insieme ad altri sintomi aspecifici e diffusi, rendono difficile determinare l’origine della malattia.
Se per alcune persone è possibile individuare il momento preciso in cui hanno cominciato ad avvertire i sintomi (dopo un periodo di intenso stress, per esempio), altre non sanno quando hanno cominciato a stare male. Alcune addirittura sostengono di essersi sempre sentite così.
Nonostante le numerose ricerche, mancano ancora dati che permettano di determinare l’origine della malattia. Tuttavia, vi è un consenso su una possibile origine multifattoriale, ovvero l’interazione di diversi fattori interni ed esterni.
L’idea dell’origine multifattoriale è supportata dal modo in cui la fibromialgia colpisce diversi sistemi del corpo, contemporaneamente, come il sistema nervoso, immunitario ed endocrino, come indicato in un articolo pubblicato sulla rivista Clínica y Salud nell’anno 2008.
Cause e fattori di rischio della fibromialgia
Genere
Secondo l’American College of Rheumatology. la fibromialgia è una malattia che colpisce tra il 2 e il 4% della popolazione. Di questa percentuale, è stato osservato che tende a essere più frequente nelle donne.
Età
Secondo la Fondazione Umberto Veronesi, la fibromialgia “può comparire a qualsiasi età, ma il picco si colloca tra i 40 e i 60 anni”.
Genetica
La fibromialgia può anche apparire come conseguenza di una predisposizione genetica, anche se gli esperti ritengono che questa non sia l’unica causa. A questo proposito, un articolo di revisione specifica :
” È stata osservata una predisposizione genetica allo sviluppo della fibromialgia, con una probabilità otto volte maggiore in caso di parentela stretta con una persona affetta da questa patologia. Inoltre, in vari studi sono stati descritti polimorfismi nel gene della catecol-ometiltransferasi, in presenza di un deficit nella degradazione delle catecolamine”.
Stress
Nel 1984 Lazarus e Folkman inserirono lo stress, la capacità di risposta e le risorse possedute per farvi fronte, tra i fattori da tenere in considerazione nella fibromialgia.
Da allora, alcuni disturbi dell’umore (ansia e depressione) e alti livelli di stress sono stati spesso collegati all’esordio della fibromialgia. Tuttavia, non è ancora noto il meccanismo preciso.
In altre parole, sebbene sia noto che ansia, depressione, stress, sindrome da stanchezza cronica e altri problemi di salute coesistano con la fibromialgia, non è sicuro se siano una causa o una conseguenza.
Occorre tenere presente che la fibromialgia è un disturbo che va oltre la sfera psicologica ed emotiva, poiché colpisce anche a livello fisico.
Secondo l’American College of Rheumatology, la ricerca attuale non considera la fibromialgia una malattia autoimmune, né un disturbo muscoloscheletrico, articolare o muscolare. Per molti specialisti la fibromialgia potrebbe essere considerata un disturbo neurologico.
Altri possibili fattori di rischio per la fibromialgia
Oltre ai fattori di rischio per la fibromialgia già menzionati, si ritiene che alcune infezioni (Epstein Barr, parvovirus e malattia di Lyme) e malattie reumatiche (osteoartrite, artrite reumatoide, lupus o spondilite anchilosante) possano aumentare il rischio di fibromialgia. Allo stesso modo, si ritiene che l’esacerbazione possa essere reciproca.
Sebbene l’origine di questa malattia cronica resti in parte sconosciuta, la scienza prosegue nella ricerca dei fattori di rischio, per offrire al paziente una prognosi migliore e un trattamento sempre più efficace.
Fortunatamente, per quanto sia una malattia misteriosa e cronica, la fibromialgia può essere trattata, in modo da controllare i sintomi e mantenere una buona qualità della vita.
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