Encopresi: sintomi, cause, tipi e trattamento
L’encopresi è un disturbo dell’evacuazione nei bambini che li porta a farsi “la cacca addosso” (cioè in momenti inappropriati o fuori dal bagno). Il bambino in alcuni casi non è ancora in grado di controllare lo sfintere, in altri si tratta di un atto volontario.
Per parlare di encopresi, il bambino deve avere almeno quattro anni (o un livello di sviluppo equivalente). Secondo l’Associazione Spagnola di Psichiatria, è meno comune dell’enuresi (emissione ripetuta di urina); inoltre, fino a circa tre anni, il 16% dei bambini mostra ancora segni di incontinenza fecale una volta alla settimana o più.
Intorno ai quattro anni, solo il 3% dei bambini mostra questi segni. A sette anni il numero si riduce e l’1,5%; infine, a 10-11 anni il dato scende allo 0,8%.
Encopresi: che cos’è?
L’encopresi è definito come un “disturbo dell’evacuazione a esordio infantile, più comune nei bambini che nelle bambine”. Comporta l’evacuazione involontaria oppure intenzionale, per un periodo minimo di tre mesi nei bambini sopra i quattro anni.
Lo stimolo non è causato dagli effetti fisiologici di una sostanza o da una malattia. Può apparire con o senza stipsi o incontinenza da traboccamento (questo deve essere specificato dal medico).
Sintomi
I sintomi dell’encopresi sono definiti sia nel DSM-IV-TR (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali ) che nell’ultima versione, il DSM-5, e sono simili. Si traducono in quattro criteri diagnostici:
Evacuazione delle feci
Il primo criterio diagnostico e sintomo fondamentale dell’encopresi è l’evacuazione delle feci. Questo accade in orari inappropriati o fuori dal bagno, durante il giorno o la notte (il bambino non riesce a raggiungere il vasino).
L’evacuazione può essere sia intenzionale che involontaria. In entrambi i casi verrà diagnosticata l’encopresi.
Durata dei sintomi
Gli episodi di encopresi compaiono più di una volta al mese e durano almeno tre mesi.
Età del bambino: 4 anni o più
Prima che i bambini acquistino il controllo degli sfinteri, possono volerci anni. È normale che, durante lo sviluppo, abbiano bisogno di tempo per apprendere questo controllo; un episodio di encopresi, dunque, non significa necessariamente che il bambino soffra di questo disturbo.
Per poter parlare di encopresi, il bambino deve avere quattro anni o più (o un livello di sviluppo equivalente). Questo criterio è stabilito anche nell’ICD-10 ( Classificazione internazionale delle malattie ).
Non è legata a una sostanza o ad una malattia
Il disturbo non è legato esclusivamente agli effetti fisiologici diretti di una sostanza o di una malattia.
Epidemiologia dell’encopresi
Secondo i dati del DSM-5, la prevalenza di questo disturbo diminuisce con l’età. Durante l’adolescenza è molto rara.
È più comune nei maschi, in un rapporto da 3 a 4 bambini per ogni bambina. Si ipotizza che ciò sia dovuto ad uno sviluppo più lento nei bambini (e più tardivo).
D’altra parte, è comune che questo disturbo compaia insieme ad altri problemi o alterazioni.
- Comportamenti di evitamento sociale.
- Enuresi (emissione ripetuta di urina, anch’essa volontaria o involontaria).
- Disturbi del comportamento (disturbo oppositivo provocatorio e disturbo del funzionamento sociale).
Cause
Sono diverse le cause che possono spiegare la comparsa dell’encopresi. Tra le più importanti troviamo: stitichezza e disturbi o problemi emotivi. Un’altra causa e un’immaturità nello sviluppo del bambino.
Stipsi
L’encopresi è spesso dovuta alla stitichezza (di solito cronica). Le feci del bambino che soffre di stipsi sono dure, secche e difficili da espellere. Come risultato, il bambino evita di andare in bagno, perché è difficile per lui evacuare (o doloroso). Tutto ciò peggiora il problema.
Inoltre, più a lungo le feci restano nel colon, più difficile è per il bambino eliminarle. In questo modo, il colon si allunga e alla fine vengono coinvolti i nervi che avvisano quando è ora di andare in bagno.
Quando il colon è troppo pieno, può anche verificarsi il rilascio di feci molli o liquide, oltre alle feci trattenute, nonché perdita di controllo del movimento intestinale.
Le cause più comuni della stitichezza nel bambino sono le seguenti:
- Non bere abbastanza liquidi.
- Consumare poche fibre.
- Non voler interrompere giochi o altre attività.
- Bere troppo latte vaccino o intolleranza al latte vaccino (sebbene non sia una causa del tutto dimostrata).
- Contenere le feci per paura di andare in bagno, soprattutto fuori casa.
Cause emotive
I problemi emotivi sono un’altra possibile causa. Lo stress, ad esempio, verso cui i bambini sono molto sensibili (soprattutto ai cambiamenti) può favorire questo disturbo.
Che cosa può stressare un bambino?
- Cambiamenti nella routine (ad esempio togliere il pannolino, iniziare la scuola, cambiare casa, ecc.).
- Divorzio dei genitori o nascita di un fratellino.
- Apprendimento prematuro, traumatico o complicato dell’uso del vasino.
- Bisogno di richiamare attenzione, tristezza, ansia infantile, ecc.
Tipi di encopresi
Esistono diversi tipi di encopresi, secondo tre criteri: presenza o assenza di stipsi, decorso del disturbo e momento dell’insorgenza (giorno o notte). Quindi, parliamo dei seguenti tipi:
Encopresi ritentiva
L’encopresi ritentiva è associata alla stitichezza. È il tipo più frequente, rappresenta infatti l’80% dei casi.
Encopresi non ritentiva
L’encopresi non ritentiva è quella in cui è assente la stitichezza. Non è così frequente.
Encopresi continua (primaria)
A seconda del decorso del disturbo, troviamo l’encopresi primaria o secondaria. La forma primaria, chiamata anche encopresi continua, è quella in cui il bambino non ha mai controllato gli sfinteri.
Encopresi discontinua (secondaria)
Il bambino ha già acquistato il controllo dello sfintere ed è durato almeno 12 mesi. L’encopresi primaria è tanto comune quanto la secondaria.
Encopresi diurna e notturna
A seconda del momento della giornata in cui avvengono gli episodi encopretici, troviamo l’encopresi diurna o notturna. La forma diurna è molto più frequente, sebbene anche la notturna sia motivo di preoccupazione per i genitori.
Trattamento
L’encopresi è un disturbo che di solito ha un alto tasso di remissioni spontanee (cioè scompare senza trattamento). Questo tasso è più alto che nell’enuresi (emissione di urina), un disturbo in cui è più consigliato il trattamento.
Tuttavia, sono disponibili anche i trattamenti per l’encopresi e spesso sono molto efficaci. Lo psicologo spagnolo Marino Pérez distingue due gruppi di trattamento per il disturbo: quelli “probabilmente efficaci” e quelli che sono in fase sperimentale.
Trattamenti probabilmente efficaci
Hanno una buona efficacia, anche se non sufficiente per essere classificati come “consolidati”.
- Terapia comportamentale (include rinforzo positivo ed esercizi per il rilassamento dello sfintere) + trattamento medico completo (con una percentuale di successo del 78%).
- Trattamento medico completo (senza fibre) + rinforzo positivo (73% di successo).
- Trattamento medico completo + biofeedback da contrazione paradossa, in cui il bambino impara a rilassare questo muscolo (percentuale di successo del 55%).
- Rinforzo positivo + trattamento medico completo (51% di successo).
Trattamenti in fase sperimentale
Per questo disturbo si sta tentando un trattamento multicomponente, che include tecniche comportamentali (come il rinforzo positivo) e mediche.
L’encopresi è un disturbo meno comune dell’enuresi, ma altrettanto preoccupante per mamma e papà. Scompare con lo sviluppo del bambino (spontaneamente) o con un trattamento appropriato, che di solito include l’assunzione di fibre extra in caso di stitichezza.
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