Autostima: la percezione di sé

Il concetto di autostima e la sua definizione è da sempre oggetto di dibattito. Scoprite le principali correnti psicologiche e filosofiche.
Autostima: la percezione di sé
Paula Villasante

Scritto e verificato la psicóloga Paula Villasante.

Ultimo aggiornamento: 15 ottobre, 2021

Il termine autostima è stato descritto per la prima volta da William James (1) più di un secolo fa. Tuttavia, è senza dubbio uno dei più ambigui e controversi nel campo della psicologia.

L’accettazione di sé, l’autostima, l’amor proprio, l’opinione di sé, l’immagine di sé sono termini usati in modo intercambiabile per indicare il concetto, positivo o negativo, che abbiamo di noi stessi.

Alcuni autori la considerano come un ipotetico costrutto che rappresenta il valore relativo che gli individui attribuiscono a se stessi o che credono gli altri attribuiscano loro.

Mussitu et al (1996), la definivano come il concetto che abbiamo di noi stessi in base ad alcune qualità che ci attribuiamo. Non esiste, per ora, una posizione unanime su cosa sia questo concetto.

Definizione di autostima

Secondo Rosenberg e i suoi collaboratori, l’autostima si riferisce all’atteggiamento positivo o negativo di un individuo nei confronti di sé nel suo insieme. È la valutazione emotiva generale del concetto di sé o il giudizio di valore che abbiamo di noi stessi (Burrus & Brenneman, 2016).

L’alta autostima si riferisce ad una valutazione globale molto favorevole della propria competenza in ambiti soggettivamente importanti; mentre se è bassa, è il risultato di valutazioni negative e debolezze soggettive (7).

autostima da supereroe

Nel modello gerarchico del concetto di sé di Shavelson (6), l’autostima rappresenta il livello più generale del concetto di sé, con specifici domini sottostanti come il concetto di sé scolastico e il concetto di sé fisico.

Dalla ricerca si può dedurre che esistono quattro modi per definire questa dimensione. Il più semplice è l’approccio attitudinale. In questo senso, la definizione di autostima si basa sull’idea che il può essere considerato come qualsiasi oggetto di attenzione per il soggetto.

Un altro tipo di definizione si concentra sulla differenza tra il sé ideale e il reale. Questo è il modo più comune di definirlo nella letteratura specifica.

Un terzo approccio si concentra sull’autostima come risposta psicologica. Queste risposte sono solitamente descritte come di natura affettiva o basate sul sentimento di valore personale: positivo-negativo, accettazione-rifiuto.

Infine, Wells e Marwell (1976) affermano che l’autostima può essere intesa come una funzione o componente della personalità. In questo caso, il termine è considerato come parte di sé o sistema del sé, solitamente la parte legata alla motivazione o all’autoregolazione.

In pratica, sono tanti i modi per definirla, quanti gli autori (4).

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Basi teoriche del concetto

In psicologia, James (1) fu il primo a definire il concetto. L’autore la descrisse come la coscienza del proprio valore.

L’autostima si riferisce a un intimo giudizio o valutazione di se stessi in relazione ai propri valori, che si spiega con la relazione tra il sé reale e il sé ideale. È l’essenza dell’individuo, il rapporto tra successi e aspirazioni, risultati e fallimenti. Rappresenta una valutazione di base ed è considerata stabile (9).

autostima immagine di sé concetto di sé

Questa definizione suggerisce che l’individuo si stima secondo la propria percezione, la sensazione personale di essere importante e unico. L’autostima dovrebbe essere promossa attraverso l’equilibrio nei rapporti con gli altri. Si ancora e si acquisisce attraverso le esperienze di vita.

L’autostima come costrutto sociale

Nessuno nasce con un’autostima alta o bassa. Questa si apprende nell’interazione sociale con le persone più significative: genitori, amici, insegnanti e ambiente familiare, soprattutto durante l’infanzia e l’adolescenza e il resto delle fasi della nostra vita.

Così, sembra che l’autostima di ciascuno si costruisca a partire dalle esperienze. Tuttavia, non tutte le esperienze hanno la stessa capacità di modificare il concetto che abbiamo di noi stessi.

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A volte le esperienze negative per un individuo non hanno un effetto deleterio sulla sua autostima. Al contrario, si integrano positivamente e diventano motore di nuovi progetti; ad esempio un’interrogazione o un esame andati male, lo scherno di alcuni compagni di classe e persino l’umiliazione di un insegnante. (2)

Alcuni autori che definiscono l’autostima come costrutto sociale sono:

Cooley (10) la considera un costrutto sociale. Cioè, il concetto si configura attraverso interazioni sociali basate su opinioni, giudizi e azioni, dalla nascita. Rappresenta l’autostima funzionale ed è fluttuante. La persona che riceve commenti da altri può decidere o rifiutare di farli propri (11).

Questa definizione evoca una componente mutevole dell’autostima che sarebbe regolata dall’ambiente sociale. La letteratura mette in luce anche l’autostima collettiva, che si riferisce ai giudizi di valore della persona relativi alle caratteristiche del gruppo identitario.

Altre definizioni hanno contribuito all’evoluzione di questo concetto. Per Maslow è impossibile proiettarsi in un progetto di vita se non viene soddisfatto il bisogno di autostima (12). Secondo Laporte l’autostima si riferisce all’amore di sé in diverse sfere della nostra vita e al nostro senso di dignità (13).

autostima concetto di sé

Secondo Martinot, è il giudizio che diamo sulla nostra capacità di affrontare la vita (14). Più precisamente, è l’insieme degli elementi che ci definiscono: atteggiamenti, credenze e sentimenti.

Branden attribuisce importanza alle capacità e alle competenze. Per lui il valore personale è strettamente legato al successo personale (15). Paradis e Vitaro stabiliscono che l’autostima è una visione olistica di sé che corrisponde a un giudizio sul proprio valore come persona (16).

L’autostima come barometro psicologico

Infine, l’autostima è vista come un barometro psicologico della nostra relazione con gli altri che ci aiuta a rilevare la minaccia del rifiuto sociale e a liberarcene (17). Queste definizioni indicano che l’autostima è crescita. È l’opinione emotiva che consente l’autotutela, lo sviluppo personale e professionale.

L’autostima da una prospettiva filosofica

Dal punto di vista filosofico, vengono proposte alcune definizioni che esaltano questo concetto come valore morale e razionale.

Kant proponeva un modello di opposizione all’autostima. In questo modello, la stima estetica è una forma di amore, di sensazione legata alla sensibilità. La stima benevola è una forma di amore pratico che risiede nella volontà. L’opposizione, invece, si trova in una posizione intermedia tra la forma pratica e la forma morale della stima.

mente autostima

La forma pratica della stima è il modo di agire o azione dell’autostima. L’individuo si attribuisce un valore, si rispetta attraverso una deliberata scelta della volontà. Kant precisava, però, che è dovere stimare se stessi o stimare gli altri secondo la dignità.

Cartesio, considerava il rispetto di sé o l’autostima come uno dei doveri più importanti. Aggiungeva che l’autostima o il rispetto è la passione dell’anima, cioè un’inclinazione dell’anima ad amare, rispettare l’oggetto e renderlo favorevole. Metteva in evidenza l’elemento della saggezza, che consiste nel sapere perché e come ciascuno considera e disprezza (18).

Termini correlati

Secondo l’autore Doré (19), sembra difficile differenziare il termine autostima da altri concetti. L’immagine di sé o il concetto di sé sono alcuni delle dimensioni che possono essere confuse con il termine autostima.

Il concetto di sé è l’insieme delle credenze e delle percezioni che una persona ha di se stessa, nonché degli atteggiamenti che scaturiscono da essa (13). Pertanto, questo concetto combina i termini di autostima, immagine di sé e identità personale (20).

L’immagine di sé è l’ immagine che formiamo nella nostra mente circa il nostro corpo.

narcisismo selfie

Un altro termine correlato è autoefficacia. Questo si concentra sulla valutazione della capacità di una persona di avere successo in un’area di competenza o in modo completo in contesti diversi.

Anche i sinonimi e contrari del termine fanno parte dell’analisi del concetto. Quindi, un sinonimo di autostima è amor proprio. Questo si riferisce all’immagine di sé soggettiva, generalmente positiva, di una persona. Un opposto del termine potrebbe essere odio per se stessi.

L’autostima è la base per la costruzione della personalità e dell’equilibrio psichico. Dipende dai processi di adattamento a tutte le età della vita. (21) Il suo utilizzo si ritrova in molte discipline, come nell’educazione e nei contesti organizzativi e di lavoro.

Pertanto, viene utilizzata come criterio diagnostico medico per vari disturbi mentali. Alcuni di questi sono depressione, ansia, disturbi alimentari o tossicodipendenza. Esistono due diagnosi mediche legate all’autostima: il “disturbo situazionale dell’autostima” e “disturbo cronico dell’autostima” (19).


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