Allergia al grano: tutto quello che c'è da sapere

L'allergia al grano è una condizione rara che può essere confusa con altre malattie gastrointestinali. Vediamo come riconoscerla e come viene trattata.
Allergia al grano: tutto quello che c'è da sapere

Ultimo aggiornamento: 11 luglio, 2021

È noto come allergia al grano l’insieme di reazioni allergiche che si verificano dopo il consumo di alimenti che contengono questo cereale. Le reazioni di solito compaiono entro pochi minuti dal contatto, sebbene possano manifestarsi anche 1-3 ore dopo. Dato il contesto in cui si manifesta, può essere confusa con la celiachia o la sensibilità al glutine non celiaca.

L’allergia al grano è una condizione molto difficile da diagnosticare. Alcuni studi suggeriscono che è relativamente frequente che una diagnosi richieda dai 32 ai 62 mesi perché devono essere esclusi numerosi allergeni in grado di causare simili risposte nell’organismo. Ecco tutto quello che c’è da sapere al riguardo: sintomi, cause e trattamento.

I sintomi dell’allergia al grano

L'allergia al grano può causare reazioni cutanee
I sintomi di un’allergia al grano sono simili ad altre allergie

Il grano è uno dei cereali più coltivati al mondo. È presente in alimenti come pane, pizza, biscotti, couscous, torte, biscotti e molti altri. Le reazioni allergiche possono manifestarsi a seguito di due tipi di contatto: ingestione (allergia alimentare ) o inalazione ( allergia respiratoria). Quando ciò accade, compaiono i seguenti segni:

  • Rinorrea.
  • Orticaria ed eruzioni cutanee.
  • Starnuti.
  • Irritazione agli occhi.
  • Nausea e vomito.
  • Mal di testa,
  • Respirazione difficoltosa.

In alcuni casi, l’allergia può portare a shock anafilattico. Questo è caratterizzato dal convergere di tutti i sintomi citati, ma ciò avviene nelle sue fasi croniche. Lo shock anafilattico può causare gonfiore della lingua e delle vie aeree al punto da impedire la respirazione.

Tutti questi sintomi possono essere accompagnati da reazioni gastrointestinali come stitichezza, diarrea, dolore addominale, flatulenza. Per questo spesso l’allergia al grano può essere confusa con la celiachia. Tuttavia, come ci ricorda Food Allergy Research & Education (FARE), si tratta di reazioni diverse con cause diverse.

Allergia al grano: cause

Come abbiamo già indicato, un’allergia al grano si verifica quando il paziente ingerisce o inala un alimento o un prodotto realizzato con questo cereale. Quando ciò accade, il corpo interpreta in modo erroneo una delle quattro proteine del grano come una minaccia.

Di conseguenza, rilascia anticorpi per difendersi dal potenziale nemico. Nello specifico, le reazioni sono causate dall’anticorpo immunoglobulina E (o semplicemente IgE).

Questa reazione è la stessa di altri tipi di allergie, ad esempio al latte, alla soia, alle arachidi o alle noci. Resta ancora molto da capire circa il processo di squilibrio immunitario, sebbene si ritenga che possa essere guidato da predisposizione genetica e fattori ambientali.

L’evidenza indica che è molto più comune nei bambini, i quali tendono a sviluppare sintomi più intensi. La sua prevalenza varia a seconda della regione geografia, ma è in genere compresa tra l’1% e il 3%.

È noto che con il passare del tempo, si raggiunge una tolleranza al cereale. Uno studio pubblicato su Asian Pacific Journal o su Allergy and Immunology nel 2017 suggerisce i seguenti tempi:

  • 2 anni di età: 14,7%.
  • 4 anni: 27%.
  • 5 anni: 45,7%.
  • 9 anni: 69%.

Sebbene sia oggetto di discussione, non ci sono prove che l’esposizione precoce al grano o alcun tipi di allattamento al seno causino allergia. Così suggerisce un articolo pubblicato su Journal of Pediatrics and Child Health nel 2017.

Diagnosi di allergia al grano

Come abbiamo sottolineato all’inizio, la diagnosi di un’allergia al grano può richiedere diversi anni. La ragione di ciò è che esistono più condizioni in grado di scatenare i sintomi.

Andranno prima esclusi altri allergeni (compresi, ovviamente, vari alimenti) e poi malattie con sintomi simili.

Secondo il Children’s Hospital di Philadelphia il protocollo di diagnosi per questa condizione è:

Test cutanei

I test cutanei sono la base per la diagnosi di qualsiasi tipo di allergia. In linea di principio, consistono nell’esporre la pelle del paziente a una piccola quantità di grano. In genere,  il test viene eseguito sull’avambraccio e si possono scegliere tre modalità: puntura, iniezione e cerotti.

L’area esposta viene esaminata per diversi minuti o addirittura ore. Verranno ricercati i sintomi caratteristici delle allergie (come orticaria, arrossamento e gonfiore). Non è un test accurato al 100%, in quanto può dare falsi positivi o negativi.

Analisi del sangue

L'allergia al grano può essere diagnosticata con diversi studi
La determinazione dell’immunoglobulina E consente di guidare la diagnosi, sebbene non sia un metodo specifico.

In questo tipo di esame, il paziente viene esposto all’allergene (grano, in questo caso); quindi si procede ad analisi del sangue per valutare la presenza di IgE prodotte come risposta immunitaria dall’organismo. Vengono eseguiti altri esami del sangue per escludere possibili condizioni correlate, come la celiachia.

Prova alimentare

In un ambiente controllato e preparato in caso di complicazione, il paziente è esposto ad alimenti con un’alta percentuale di frumento. Il medico può così determinare il suo grado di sensibilità e a quali concentrazioni si verificano i sintomi.

Questi test sono in genere preferiti perché consentono una diagnosi accurata. A seconda del sospetto dello specialista, possono essere eseguiti anche esami diagnostici per immagini o endoscopie per escludere altre malattie. Tuttavia, i tre elencati sono lo standard per la diagnosi di allergia al grano.

Alcune possibili diagnosi differenziali indicati dalla ricerca sono:

  • Allergia alimentare non IgE-mediata: enterocolite mediata da proteine alimentari.
  • Sindrome da vampate di calore: epilessia autonomica, carcinoide, clorpropamide-alcool.
  • Sindromi da ristorante: solfiti, sgombroide, glutammato di sodio.
  • Shock non anafilattico: cardiaco, endotossico, emorragico.
  • Sindromi con eccessiva produzione endogena di istamina: orticaria pigmentosa, leucemia basofila, mastocitosi, angioedema idiopatico.
  • Altri: Munchausen, anoressia nervosa, stipsi, convulsioni, sindrome dell’intestino irritabile.

Trattamento per l’allergia al grano

Abbiamo detto che un’alta percentuale di pazienti diagnosticati durante l’infanzia sviluppa una tolleranza al grano prima dei 9 anni. Nel frattempo, lo specialista suggerirà di stare lontano dalle varianti di grano che causano reazioni più intense. Queste sono determinate nel corso dei test diagnostici.

Pertanto, il trattamento consiste nell’eliminare in modo completo o parziale il grano dalla dieta. Tutto dipende dal grado di sensibilità del paziente e dalle possibilità di sviluppare anafilassi. Il medico consiglierà anche quanto segue:

  • Consultare un nutrizionista per elaborare una dieta in base a età, altezza e fabbisogno energetico giornaliero.
  • Evitare i prodotti a base di grano (nella categoria dei cosmetici e prodotti per l’igiene personale).
  • Imparare a leggere le etichette per scoprire i derivati di questo cereale.
  • Tenere sempre a portata di mano un’iniezione di adrenalina se si è soggetti a sviluppare sintomi gravi.
  • Indossare un braccialetto medico che segnala questa condizione.

In alcuni casi possono essere prescritti antistaminici, anche se di solito il contatto avviene a fronte di un’esposizione involontaria all’allergene. L’evidenza indica che in generale la prognosi è molto buona, sebbene sia importante mantenersi sotto controllo medico per determinare l’evoluzione della reazione.



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